- 03 settembre 2021, 06:50

Caprile: «Io portiere "figlio" dei Mondiali del 2006. Da solo in Inghilterra nell'era Covid e che apprezzo l'Nba»

«La finale degli Europei? Ero a casa mia, in Inghilterra, per scaramanzia. La sconfitta contro l'Albinoleffe? Già superata, abbiamo lavorato duro e pensiamo al Trento». La lettura riscoperta e il sogno segreto

Elia Caprile a "Stadio Aperto"

Elia Caprile a "Stadio Aperto"

Fresco dei suoi vent'anni (compiuti il 25 agosto) fa balenare nello sguardo, nelle parole soppesate la maturità di un giovane che ha fatto le valigie non solo per andare a lavorare fuori casa. Ha deciso di partire direttamente per l'estero, e nell'Inghilterra della Brexit poi alle prese con il Covid.

Elia Caprile, il nuovo portiere tigrotto, si è presentato a "Stadio Aperto" ai tifosi, che già hanno potuto apprezzare  sul campo la sua solidità, anche mentale: uno per tutti, il rigore parato nella prima di campionato, contro l'Albinoleffe. Ma Elia scuote via quel pensiero, perché poi in ribattuta gli avversari hanno segnato e questo non gli va giù. O meglio, non va giù la sconfitta: perché non conta se un giocatore fa bene, conta il risultato. Adesso conta lavorare duro e pensare al Trento.

Ha colpito i tifosi anche per la sua partenza da Verona così giovane  (il Chievo impresso nel cuore, che l'ha guidato e formato) verso l'Inghilterra, appunto, giocando nei Leeds. Una decisione che si è rivelata ancora più coraggiosa con quello che è accaduto poi. Ma gli ha insegnato tanto, a livello sportivo - con le differenze tra i due tipi di calcio - e a livello umano.

A proposito, dov'era Elia la sera della finale degli Europei? «In Inghilterra, a casa mia per scaramanzia» risponde.

«Una passione forte è per l'Nba, scoperta grazie a uno dei miei migliori amici - confessa - e uno dei miei idoli è LeBron James, anche per la sua cultura del lavoro».

È grato al Chievo per ciò che gli ha dato, si rivede bambino a otto anni, che si immagina portiere, appunto dopo i Mondiali del 2006. Ed è grato alla propria famiglia, che l'ha sempre supportato.

Con una certezza: «Sono sempre stato un portiere. Il primo giorno mi fecero allenare da giocatore in movimento, sono tornato a casa arrabbiatissimo». Ecco allora che risponde alle domande, da cosa significa difendere per lui alle differenze tra calcio inglese e statistico. Una, fa un po' male al cuore: «Da loro sono pieni anche per partite meno importanti».

Pazienza, intanto è un piacere ritrovare gradualmente i tifosi. Risponde ai quesiti dei tifosi (Daniele De Grandis, Luca Cirigliano e Gianmarco Magni) Prima di congedarsi, Caprile porge un'altra passione maturata in tempi di lockdown: la lettura. E ne consiglia due, di libri, uno è la «biografia, dell'uomo che ha fondato la Nike e l'altro è "Le 12 regole della vita". Che ho regalato a mia mamma».

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Ma. Lu.

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