Fumogeni e cori (vedi il video a fondo articolo) accompagnati da alcuni clacson delle auto di passaggio nel piazzale dell'antistadio: così la curva biancorossa ha accolto il Varese al ritorno dalla lunga e dura trasferta in Val d'Aosta. Se qualcuno avesse provato amaro in bocca (da 2-0 a 2-2), sarà sicuramente svanito di fronte all'abbraccio ricevuto dalla squadra davanti al Franco Ossola. Un abbraccio a cui si sono aggiunte alcune parole, dette dalla curva ai giocatori e ai dirigenti presenti, cioè Stefano Amirante, Filippo Lo Pinto, Gianni Califano e Andrea Scandola: «Forza ragazzi, andate avanti così. Noi ci siamo e siamo orgogliosi di voi. Quest'anno ci salviamo e poi l'anno prossimo...». Poi, dopo un lunghissimo "Forza Varese", pubblico e giocatori si sono applauditi nella notte riscaldata e colorata da quest'accoglienza che rinsalda il legame, fortissimo, tra tifoseria, giocatori e club. Ricarica chi fosse deluso, carica ancora di più tutti gli altri.
Non c'è alcun motivo per essere affranti dal risultato odierno contro la miglior avversaria incontrata sin qui: inutile illudersi sul 2-0, non sono bastati un paio di scatti per staccare l’avversario, che è venuto a riprendere il Varese. Il Mortirolo è lungo e la vetta lontana. Due mesi fa sarebbe stata pura utopia pensare di mettere assieme 11 punti in 5 partite, eppure sono stati fatti: non basta per salvarsi ma per essere vivi, sul pezzo e nel gruppone, dopo essere rimasti staccatissimi all'ultimo posto, sì. Le squadre davanti sono tante, andiamo a riprenderle una per una.
Il Varese nella ripresa, subiti due gol in 3 minuti, ha accusato il colpo ed è sembrato per la prima volta un po' stanco, forse per essere stato a lungo sui pedali e avere attaccato a perdifiato due volte a settimana per mesi prima di riuscire a rientrare in gruppo. E' umano, naturale, perfino giusto. Serviranno forze fresche perché Ezio Rossi fin qui ha spremuto una rosa che era contata in alcuni ruoli e che ora non lo è più (quando arriverà anche la punta centrale sarà davvero al completo).
Intanto il Varese ha ritrovato un gol di Ebagua: non ci credeva quasi nessuno o forse in pochissimi, e tra questi pochissimi ci sono sicuramente Ezio Rossi e Stefano Amirante, oltre allo stesso Giulio. Il tecnico ha usato una frase bellissima dopo la partita, un pungolo fenomenale: «Se avrà cura del suo fisico, potrà essere l’Ibra del Varese». Una frase alla Maroso, come accade spesso quando parla Rossi. Giulio oggi ha segnato il 47° gol, e non il 48° come appare a qualcuno, con la maglia biancorossa: «41 in campionato, 2 nei playoff e 3 in coppa Italia per un totale di 46 e non 47... ma presto il 47esimo arriverà. Forza Giulio» gli aveva scritto l'amico Filippo Brusa nel giorno del suo ritorno. Ora tocca al numero 48.
Roberto Cretaz, allenatore di casa, a fine gara era furibondo e lo capiamo benissimo perché di presunte decisioni arbitrali avverse il Varese ne ha subite certamente di più e molto tempo prima di quelle che lui oggi denuncia. Ha detto che c’erano 3 o 4 rigori per il Pont Donnaz: opinioni (la nostra, per esempio, è che al limite ce ne fosse uno su Capelli). Un suo giocatore ha ringhiato ai giornalisti di Varese “scrivete tutto, eh”. Accontentato. Ma aggiungiamo una cosa: fare notare i punti in classifica di differenza tra la sua squadra e il Varese, non è stata la mossa più sportiva da parte di Cretaz. Non contano solo quelli nella vita di una società e di una tifoseria come quelle del Varese: l'accoglienza della curva di questa sera lo testimonia. Il giudizio che abbiamo noi di Cretaz, infatti, resterebbe lo stesso sia che conquistasse i playoff - come certamente avverrà - sia che non gli riuscisse: è un ottimo e bravo allenatore.





