Lettere - 26 gennaio 2021, 17:18

La lettera del sindaco di Brenta "paziente" dell'ospedale di Cittiglio

Gianpietro Ballardin ha voluto raccontare la sua esperienza di questa mattina al reparto di radiologia: una storia che parte dagli occhiali del primo cittadino dimenticati a casa: «Rimane l'amaro in bocca nel constatare che chi ha la fortuna di lavorare nel pubblico impiego non si accorga di quanto necessaria siano gentilezza e cortesia»

La lettera del sindaco di Brenta "paziente" dell'ospedale di Cittiglio

In una lettera aperta, il sindaco di Brenta Gianpietro Ballardin ha voluto rendere pubblica la sua esperienza di questa mattina all'ospedale di Cittiglio. 

«Questa mattina mi sono recato all’ospedale di Cittiglio per una lastra e avendo dimenticato a casa gli occhiali ho chiesto gentilmente all’addetta al servizio di radiologia se mi poteva compilare i semplici dati contenuti nel foglio visto che non vi era nessuna persona in attesa e che vi erano al momento due addetti presenti non occupati in alcuna mansione. La risposta alquanto seccata che ho ricevuto da questa giovane ragazza, che sicuramente aveva meno di 30 anni, è stata: “NON È LA MIA MANSIONE”. Mi sono recato quindi allo sportello di ingresso chiedendo se a seguito di questa risposta potevo portare il modulo compilato il giorno successivo e ho trovato in quella sede la necessaria gentilezza e disponibilità. L’amaro in bocca rimane nel constatare che chi ha la fortuna e l’onore di un impiego pubblico garantito non si accorga di quanto necessaria sia la gentilezza e la cortesia e non capisca come in un momento difficile come questo sia necessario un minimo di disponibilità anche per onorare l’impegno e la fatica di colleghi che, posti in situazioni molto più difficili all’interno degli ospedali a servizio dei malati, stanno dando anima e corpo senza chiedere nulla in cambio onorando la categoria a cui appartengono, ai quali va espressa tutta la nostra gratitudine e riconoscenza. “Chi ha i denti non ha il pane”. “Chi ha il pane spesso non ha i denti”. E non capisce quanto fortuna ha rispetto a chi fatica ogni giorno in una condizione precaria o di assenza di lavoro per guadagnarsi il pane».

Gianpietro Ballardin 

Redazione

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