Dal Piemonte al Friuli, che si trovano in zona arancione, passando per il rosso della Lombardia, chi viaggia per lavoro è costretto ad arrangiarsi come può, e anche come non può... senza andare troppo per il sottile soprattutto quando deve espletare qualche minimo bisogno fisiologico.
Un agente di commercio piemontese racconta alla nostra redazione di Cuneo di consumare l'auto-pizza sul suo veicolo, con il motore acceso quando fa freddo (leggi qui), e di «trattenersi da un cliente all'altro» per quanto riguarda urgenze a volte irrinunciabili («Ma non sempre è fattibile. Mi è anche capitato di dovermi fermare per strada, cerco di allontanarmi nei prati. Più complicato è quando devo andare in città...»). «Ho letto proprio ieri - continua l'agente di commercio - di un'imprenditrice edile friulana che è stata costretta a bussare alla porta di casa di sconosciuti per poter andare in bagno».
Ma c'è anche l'esperienza diretta di chi, come noi, ha la fortuna e l'onore di viaggiare per seguire le partite del Varese e dei Mastini dell'hockey, soprattutto in assenza dei tifosi, per poi potervele raccontare. Ieri, per esempio, partendo da Varese in direzione Borgosesia, che dista appena un'oretta di viaggio, vista l'ora (12-30/13), ce la siamo cavata con alcuni panini al sacco e una birra tra l'auto e il tavolino esterno deserto di un autogrill. Fuori dallo stadio di Imperia, invece, a "ospitarci" è stato un umile marciapiede con vista Camposanto, che si trova proprio a un passo dal campo, e una scatoletta d'asporto piena di Brandacujun, piatto tipico del ponente ligure a base di merluzzo prelevato d'asporto. Mai più, visto il risultato...





