Una partita senza troppi sussulti, quella dei tigrotti contro il Grosseto, finita a porte inviolate. Le due emozioni principali non riguardano le azioni in campo. La prima, che precede il fischio di inizio, è il minuto di silenzio in memoria di Diego Maradona.
L’altro segnale che si offre alla vista: un gruppetto di tifosi che festeggia l’avvio della zona arancione arrampicandosi sul gabbiotto, tradizionale “rifugio” sopraelevato per gustare scorci di partita in occasione delle porte chiuse. I giocatori biancoblù alla fine andranno proprio verso di loro in campo per un reciproco saluto: è l’immagine più suggestiva che ci si porta a casa da questo match.
A voler essere romantici, è come se recentemente i tigrotti non riuscissero a strappare la vittoria con gli spalti vuoti allo Speroni. Un sortilegio solo in parte spezzato oggi da questo “drappello esterno”, almeno un punto c’è stato.
Fatto sta che a Pontedera la Pro Patria ha saputo compiere il suo blitz, mentre in casa è parsa più sperduta, anche contro un avversario gestibilissimo come il Grosseto: ha creato le occasioni e altrettanto puntualmente le ha dissolte.
E dire che i primissimi minuti vedono bagliori interessanti, a partire da un diagonale di Latte Lath al 5’ che finisce a lato della porta. Fino alla prima mezz’ora, soprattutto grazie al lavoro di Kolaj, Lombardoni e Latte Lath la Pro sembra essere predestinata al gol. Ma così non avviene e intanto arriva la prima reazione del Grosseto con Raimo, che peraltro non impensierisce Greco.
I tigrotti restano comunque più protagonisti, con il “regista” Fietta. Nel secondo tempo, però, si placano gradualmente nell’efficacia offensiva anche se i toscani non fanno mai tremare davvero: la partita si spegne a poco a poco.
Segno di vivacità invece pervenuto dalle tribune: l’allenatore del Grosseto Magrini, squalificato, che scalpita e commenta ad alto volume (tanto più considerando gli spalti vuoti e quindi silenziosi) bacchettando anche i suoi.
L’allenatore Javorcic alla fine fa i complimenti ai suoi ragazzi e dice che hanno creato tante occasioni, la strada è questa. Manca un centimetro per strappare il sortilegio dello Speroni. Intanto domenica prossima ad Alessandria per sfidare la Juventus 23.








