Sono un gruppo di giovani, tra i 25 e i 30 anni, attivi del mondo del volontariato cittadino e che ora, complice anche l'emergenza sociale che il Coronavirus ha aggravato, hanno deciso di darsi un nome - Collettiva -, un logo - che ha nell'asterisco il richiamo alle note e quindi ai margini delle questioni - e un obiettivo: riportare nel dibattito politico temi che hanno perso centralità e le persone che sono "fuori dai margini".
«Ci siamo ritrovati intorno all'idea di riportare al centro del dibattito le persone e i loro bisogni - spiega Andrea Cazzolaro a nome del gruppo - Iniziamo da qui, per proporre un nuovo punto di vista sulle politiche sociali in città. Un antidoto a chi usa la parola "degrado" come uno slogan, un alibi per celare l'inconsistenza della propria visione». Perché nel degrado si nasconde il disagio, che va affrontato prima di tutto con adeguate politiche sociali.
«L’asterisco nel nostro simbolo, proprio come per le note, rappresenta i margini e proprio i margini sono dove ci interessa andare. Lì ci sono le persone escluse, che raccontano una realtà che a troppi dà fastidio. Ci sono gli argomenti considerati meno importanti, come l’ambiente o la cultura, che invece si rivelano essere fondamentali per la qualità della vita dei cittadini. Di fronte a una politica che crede solo in ciò che conviene, i margini rappresentano anche i confini da superare per poter tornare a solcare il mare del cambiamento».
Un cambiamento che sperano possa avvenire all'interno del "cantiere politico" di Davide Galimberti, alla cui rielezione vorrebbero contribuire. «Collettiva nasce per cambiare la città di Varese, per portare idee e pratiche nuove in un dibattito ingessato e autoreferenziale, per far emergere visioni e persone che non sono rappresentate nel racconto della città. Consapevoli che le buone idee non bastino abbiamo deciso di fare un passo in più: ci faremo avanti nella competizione elettorale».
Nel video qui sotto il loro manifesto politico. «Stiamo lavorando ad un programma e siamo aperti a qualsiasi contributo. Sono giorni dominati dall’inquietudine per la crisi sanitaria ed economica. In questa grande difficoltà vogliamo aggrapparci alla nostra voglia di pensare alla città e ai suoi bisogni. Crediamo che il miglior modo per uscire da tempi che non ci piacciono sia preparare tempi migliori».