I dati precisi sembra impossibile ottenerli perfino dal Comune di Varese, e anche questo testimonia la situazione di emergenza sanitaria, ma, stando a chi lavora nel settore delle onoranze funebri e più di tutti ha il polso della situazione, la mortalità nel territorio comunale è cresciuta del 20% rispetto allo scorso anno e quest'aumento si è verificato negli ultimi 15 giorni.
Sono tanti i decessi legati al Covid ma sono numerosi anche quelli non certificati come tali e che i servizi cimiteriali faticano a smaltire. Il forno crematorio di Giubiano lavora su una sola linea e la precedenza è data alle salme di chi è deceduto in ambito comunale. Anche in questo modo l'attesa per essere cremati è di due/tre giorni mentre di solito non se ne registra e la cremazione avviene dopo il funerale. Le salme attendono nelle sale cimiteriali di Belforte, Giubiano o Casbeno ma anche lì lo spazio scarseggia. Se la seconda linea di cremazione in manutenzione non sarà presto riattivata, per le salme potrebbe essere predisposto il trasferimento nell'impianto di Brescia.
Grande difficoltà si sta avendo anche per trovare posto nei 14 cimiteri cittadini. Quelli più piccoli hanno ormai esaurito la capienza e loculi e ossari stanno per finire un po' ovunque: la situazione non è ancora emergenziale, ma il sistema è in forte sofferenza.
Così come sta diventando difficile la logistica legata alle salme che attendono la celebrazione del funerale, perché molte famiglie sono in quarantena e nessuno parteciperebbe alle funzioni. A questo si aggiunge il carico emotivo per i parenti delle persone scomparse, che spesso si vedono negato anche l'ultimo saluto, e quello degli operatori che, nell'incertezza, devono trattare tutti i decessi come casi di Covid e quindi agire con tutte le precauzioni del caso, come ci aveva raccontato Renzo Oldani (leggi QUI).