Almeno 500 persone, arrivate anche dalla provincia, hanno manifestato in piazza Monte Grappa per protestare contro le misure dell'ultimo Dpcm e non solo: molte le bandiere italiane (all'inizio è stato cantato l'inno nazionale: video qui sotto), sono stati accesi anche alcuni fumogeni ed esposti striscioni (uno volgare contro il premier Conte e Casalino, sistemato sul tetto del gabbiotto dalla parte della Camera di Commercio: leggi QUI la denuncia di Arcigay), e non sono stati risparmiati attacchi al sindaco di Varese, Davide Galimberti, che oggi aveva chiesto la sospensione della manifestazione. Presenti anche le tifoserie organizzate delle curve. Parecchi i partecipanti che hanno raccontato le loro storie di attività chiuse e con un futuro a rischio.
Da segnalare, sul finale della manifestazione, un fitto lancio di fumogeni dal centro della piazza, all'altezza della fontana, verso l'aiuola con l'abete, in direzione corso Matteotti (video a fondo articolo). Esploso anche qualche petardo con le forze dell'ordine a presidiare la zona.
Più volte è stato lanciato il grido "libertà, libertà", oltre ad essere stati innalzati altri lenzuoli su cui c'era scritto, tra l'altro, "Rispetto per noi istruttori" ma anche "La vera emergenza è questo governo" e "No alle chiusure". E ancora: "Dobbiamo lavorare, governo abusivo".
Al microfono gli organizzatori, tra l'altro, hanno detto che «un popolo intero è stato messo agli arresti domiciliari senza che nessun politicante prendesse la sue difese. Il sindaco Galimberti si è appellato alla dittatura sanitaria del virus mortale e al pericolo scontri per denigrare una piazza come questa, ma ha dimostrato di vivere fuori dalla realtà. Se il primo cittadino avesse voluto delle rassicurazioni sul fatto che questa sarebbe stata una piazza pacifica, saremmo andati a parlare con lui».
«Sarebbe bastato cercare il contatto con il popolo che sta riempiendo le piazze di tutta Italia, anche se i telegiornali difficilmente ve lo dicono - ha aggiunto ancora, dal megafono, l'organizzatore Francesco Tomasella (video in basso) - Vi dicono che due esagitati spaccano una vetrina ma non vi dicono che si stanno riempiendo le piazze di centinaia di capoluoghi: se migliaia, anzi milioni di persone scendono in strada è perché la gente ha paura di morire di fame. Se questo virus fosse così mortale come ci raccontano, non sareste tutti qui con noi. La gente chiude attività per cui ha lavorato tutta la vita, in questo Stato che è il più tassato al mondo. Noi chiediamo libertà, lavoro e dignità».












