Le farfalle non si lasciano fermare dalla distanza, né dalla grandine. Così se ci si fida di loro, si possono compiere imprese speciali per dire la cosa più importante: che non bisogna mollare mai.
Trentacinque chilometri a piedi, in quasi dieci ore, da Varese a Busto Arsizio in nome di Chiara Cirigliano. La piccola che ha mosso il mondo in tante occasioni, per acqua (si pensi a “Remando per Chiara” lanciata lo scorso anno sul lago di Varese) e per terra, si è confermata capace di vegliare e spronare la squadra guidata da papà Marco.
È partita in questa spedizione dall’ospedale Del Ponte di Varese, dove il professor Massimo Agosti e la sua équipe tutta quattro anni fa avevano cercato di salvarle la vita fino all’ultimo, di sconfiggere il misterioso nemico che la stava portando via. Ma la piccola Chiara non è mai volata via: vivi vivi vivi, le disse mamma Stefania in quel saluto che non poteva essere l’ultimo. Da allora “La Casa di Chiara onlus” ha salvato e aiutato tanti bambini.
In questo sabato di luglio, dal tempo pazzerello, papà Cirigliano e gli amici sono partiti dunque dal “Del Ponte”, sono arrivati alla Pediatria di Busto, passando dalla sede di viale Rimembranze e andando anche a salutare la piccola nel luogo del suo riposo.
«Ci avete seguito - l’emozionante messaggio di Marco - Non eravamo da soli. Non siamo mai da soli. E non si deve rimanere soli. Insieme valiamo tanto, ci si aiuta, ci si dà una mano. Avanti così, per non mollare mai».
Ogni anno questa squadra si arrampica su una vetta per la sua farfalla. Quest’estate era complesso per la situazione sanitaria, di qui quest’idea, commovente e coinvolgente.
«Siamo noi - aveva annunciato il papà - Marco, Luca, Jo Jo, Para, Pulci, Puma, Gabrio, Vincenzo, Ale, Beppe, Leto, Demi, Baila, Ganzo, Simone. Ovviamente l’amico Vescovo Luca (Raimondi, che appena ha ricevuto questo incarico e tutti qui conoscono per la condivisione di anni preziosi da coadiutore a San Michele, lui celebrò i funerali di Chiara). Quindi anche stavolta saremo guidati e protetti».
Così è stato: «Va tutto bene - gridano i coraggiosi partecipanti alla camminata sotto la grandine, mentre cercano un riparo molto provvisorio - ma non molliamo. Ciao». E si riparte, con Chiara.