Innanzitutto, Piero e Attilio della Paranza, grazie del sorriso: non solo quello infinito di ieri sera sfoggiato davanti a tutte le televisioni del ristorante pizzeria in pieno centro a Varese che indugiavano sulla rimonta da vecchio Milan sulla Juve per due rossoneri "fin nell'anima" come voi.
Grazie del sorriso con cui avete accolto tutti dal primo giorno di vita a quello del tredicesimo compleanno della vostra Paranza. Grazie per avere messo a proprio agio chiunque, trattandolo come se fosse sempre un ospite prima che un cliente, grazie perché avete sempre puntato sull'attesa e sul piacere dell'accoglienza piuttosto che sulla capacità di convincimento, anche perché qui basta un piatto di spaghettoni con polpo, burrata e granella di pistacchi con pachini, oppure il marchio di fabbrica - la Paranza - in un antipasto o sulla pizza, un bottiglia di Lugana, una pizza Calabra o Tropea per essere convincenti, ricchi dentro, anzi sul piatto, e belli fuori.
Grazie perché avete sempre pensato che mangiare faccia rima con donare, regalare e lasciare qualcosa a chi viene a trovarvi, e infatti anche nel giorno del compleanno avete pensato di consegnare a ciascuno dei vostri clienti un omaggio con quel vostro marchio di fabbrica che vi si legge in volto, cioè la cavalleria e la nobiltà d'animo. Un regalo di compleanno si riceve, ma voi avete pensato di doverlo fare, noblesse oblige.
Grazie, infine, Piero e Attilio, per quell'alchimia tra fratelli che avete trasferito a tutti i dipendenti, che vi rispecchiano e vi seguono, e ai clienti che non resistono al richiamo della Paranza, suadente e tentatore, mai invadente né aggressivo.




