Per combattere il triste fenomeno dell'abbandono estivo dei cani, scende in campo anche la Polizia di Stato con la campagna «Se non ti porto non parto».
Randagio, un termine purtroppo molto di moda d’estate. Una parola che indica un animale senza dimora, padrone o branco; un animale solo, in buona sostanza. Tradito, spesso, da quell’amico umano per egoismo ignoranza e sensibilità limitata. Con un destino spesso segnato, questi amici dell’uomo sono a volte coinvolti in incidenti stradali anche gravi.
Amicizia appunto, una cosa seria che dovrebbe legare in modo indissolubile umani ed animali. Un’amicizia che dal 1923 lega la Polizia ai suoi cani. È di quell’anno infatti l’istituzione a Nettuno (Roma) del primo allevamento per cani poliziotto.
Un rapporto che non si è mai interrotto e che anzi è cresciuto nel tempo: oggi la selezione non avviene più nemmeno su esclusiva scelta della razza; anche alcuni “trovatelli” vestono l'uniforme. Basta avere il naso giusto. L’amore fraterno che lega cane e conduttore ha anche un nome; tecnico quanto si vuole, ma emblematico: unità cinofila.
In queste due parole è racchiuso il legame che si crea tra agente e cane: un’unità nel nome dell’amore per questi splendidi animali. «È per questo che abbiamo pensato quest’anno di promuovere una campagna contro l’abbandono degli animali d’affezione. È una questione di sicurezza stradale ma soprattutto di amicizia. L’amicizia è una cosa seria e noi non andiamo mai in vacanza senza il nostro amico a 4 zampe».




