Sport - 12 luglio 2019, 11:17

Pro Patria, chi può leggere nel cuore di Zaro? Grazie per esserci stato quando pochi c'erano

Una vita da tigrotto: il commento di Marilena Lualdi su un addio che fa discutere. Perché puntiamo il dito, sospirando sul richiamo del denaro, come se fossimo in serie A, tra milioni di illusioni?

Zaro e Disabato, ex tigrotti (foto tratta dal sito ufficiale della Pro Patria)

Zaro e Disabato, ex tigrotti (foto tratta dal sito ufficiale della Pro Patria)

Fedele a una delle regole più amate e sofferte, ho contato fino a dieci. Dalle ore, sono scivolata ai giorni. Adesso resto dov’ero: fuori dal coro.

Giovanni Zaro, uno di noi. Uno sguardo a lui e ricacciavi le lacrime, quando andava male. Uno sguardo e tutto splendeva di più, nella benevola sorte.
Il nuovo Taglioretti, il futuro recordman. E poi... e poi Zaro se ne va.
Lo so, tutto il discorso delle bandiere e del loro valore in questo calcio sempre più vuoto sembra vacillare, ma io sfoglio le espressioni guerriere di Giovanni e qualche domanda me la pongo.

Perché pontifichiamo che i nostri ragazzi devono volare via, per tornare più forti a casa (se lo vorranno). Ma questo nostro figlio no?

Perché puntiamo il dito, sospirando sul richiamo del denaro, come se fossimo in serie A, tra milioni di illusioni? Forse ci siano montati la testa: oh sì, siamo nei professionisti, ce l’hanno ricordato in tutte le salse quest’anno.

Torniamo su questa terra e guardiamo negli occhi questo nostro tigrotto. E suo padre, Angelo, che ha aiutato la Pro Patria quando non era proprio di moda.

La domanda delle domande, rimane conficcata in questo pezzo, l’ultimo di una giornalista che è stata fin troppo tifosa.

Nel cuore di Zaro, chi può leggere? A volte penso che ci siamo dimenticati chi siamo, da queste parti. Le tigri vogliono tutto, ma sono anche generose.

Buon campionato, Giovanni, e grazie per esserci stato quando pochi c’erano. Vola lontano per crescere e torna se vorrai, se vorranno.

Ma soprattutto su ogni campo, con qualsiasi maglia, ricordati o meglio ricordalo che tigrotto sei.

Con la riconoscenza che sembra essere così fuori moda, come io mi sento fuori dal coro.


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