Economia - 12 luglio 2019, 07:00

CBD: il cannabidiolo benefico per corpo e mente

Comprendere come si comporta il CBD in relazione al corpo umano può essere il primo passo utile verso l’uso consapevole e responsabile

CBD: il cannabidiolo benefico per corpo e mente

Comprendere come si comporta il CBD in relazione al corpo umano può essere il primo passo utile verso l’uso consapevole e responsabile. Le incognite sono sempre numerose, per questo come per molti altri argomenti connessi alla ricerca scientifica ma il composto risulta essere una efficace forma di “trattamento” per i suoi molteplici benefici.

In ogni caso per le domande più specifiche e per non incorrere in inutili preoccupazioni sull’utilizzo del CBD, una chiacchierata con un medico di base resta la miglior cosa da fare.

La comparsa della cannabis con bassi contenuti di THC è avvenuta qualche anno fa in Svizzera, dove il prodotto è legale.

In Italia, invece, è stata la legge n° 242 del 2016, a sdoganare le coltivazioni della canapa industriale. Così, è nato il fenomeno della cannabis legale, dell’olio al CBD e dei semi.

Tornando al CBD, bisogna sapere che ogni cannabinoide, entrando in relazione con l’organismo dell’uomo produce effetti nel corpo perché interagisce con i recettori.

Tutto questo riguarda il sistema endocannabinoide. Sistema biologico complesso che fa parte dell’uomo e agisce al di là dell’utilizzo del CBD.

Il CBD può essere un'alternativa alla medicina tradizionale?

Nel 2018, attraverso alcuni studi effettuati sui topi, alcuni ricercatori hanno potuto mostrare che il CBD ha effetti positivi sulla riduzione delle infiammazioni.

Questo composto avrebbe la caratteristica di impedire il rilascio delle sostanze a causa delle quali vengono scatenate varie infiammazioni all’interno dell'organismo.

Nel 2019, poi, si è visto che il CBD applicabile sulla pelle in forma di unguento può ridurre i sintomi di malattie infiammatorie cutanee, ma anche di cicatrici.

Certamente i farmaci convenzionali sono utili per alleviare vari tipi di infiammazioni e quasi tutti i dolori (ormai), eppure molte sono le persone che guardano al composto del CBD come ad una alternativa più che valida, in quanto naturale.

Sono molte le prove a sostegno della tesi che le sostanze non psicoattive della marijuana, come il CBD, sono utili per le proprietà antinfiammatorie e per alleviare naturalmente i dolori.

Dunque, il CBD potrebbe essere riconosciuto come un trattamento innovativo sia per le infiammazioni che per i dolori cronici, ma anche per combattere i sintomi di diverse malattie.

Possibili effetti del CBD utilizzato dall’uomo

I benefici che l’uomo può trarre dall’utilizzo di questo composto sono diversi.

In uno studio del 2018, vengono riportate alcune delle ragioni per cui l'assunzione di CBD può giovare alle persone.

I modi in cui la sostanza agisce sono vari e altrettanti possono essere gli effetti positivi su problematiche come:

  • dolore cronico

  • artrite e dolori articolari

  • ansia o depressione

  • disturbo del sonno

  • emicrania e cefalea

  • sintomi del disturbo post-traumatico da stress

  • nausea

  • allergie o asma

Come interagisce il CBD con il corpo

Nel corpo umano vengono prodotti due diversi tipi di recettori.

Alcuni recettori si possono trovare nell’intero corpo ed in grandi quantità nella zona cerebrale del sistema nervoso centrale.

Questo tipo di recettori servono a coordinare il movimento, “percepire” sensazioni come il dolore e le emozioni, gestire l'umore, i pensieri, i ricordi ed anche l'appetito. Innumerevoli funzioni.

Altri recettori vengono definiti come più comuni all’interno del sistema immunitario, o nel sistema nervoso periferico. Questi riguardano le questioni inerenti alla problematica (sopra citata) delle infiammazioni ed anche i dolori.

Il CBD tende a stimolare i recettori in una maniera per cui il corpo possa produrre i cannabinoidi, definiti come endocannabinoidi, in maniera autonoma.

La ricerca da approfondire e valorizzare

Dunque, da quanto dicono i ricercatori la sostanza del CBD, andando ad agire sui recettori non cannabinoidi ne influenza l’attività in maniera positiva per il corpo dell’uomo.

Questo fatto può essere appurato soprattutto dagli studi che si concentrano sull’interazione che avviene tra recettori ed endocannabinoidi.

Nell’approfondire questo tipo di studi gli esperti potranno fornire molte più informazioni e raggiungere le evidenze scientifiche utili a comprendere: quanto gli effetti possano essere positivi nel momento in cui si sceglie di utilizzare il CBD.

Per esempio, visto che la scienza sostiene la tesi che il CBD si comporta come un modulatore del recettore della serotonina, questo potrebbe voler dire che grazie alla sua influenza, il composto potrebbe essere utilizzato nel trattamento di certi disturbi definiti psicotici.

Allora il composto potrebbe avere un ruolo da protagonista, non solo per quanto concerne la necessità di alleviare il dolore fisico, ma anche per i disagi che derivano da stati mentali poco desiderabili.

Nel momento in cui non ci saranno più dubbi sulla modalità e la valenza con cui il CBD opera rispetto ai recettori responsabili dei dolori e delle infiammazioni sicuramente si andrà incontro ad una rivoluzione anche nel modo di pensare a questa sostanza.

Per ora si sa che quando il CBD è in circolo e agisce sul recettore, può andare a bloccare efficacemente i segnali di dolore inviati al corpo che altrimenti si propagherebbero in modo diverso.

Si tratta di un lavoro di ricerca importante che andrebbe sostenuto e valorizzato il più possibile.






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