Quando si parla di baseball, la prima nazione che viene in mente sono gli Stati Uniti. Certamente, si tratta di una delle nazioni in cui questo sport ha una diffusione maggiore, con milioni di tifosi e appassionati. Le origini del baseball, tuttavia, risalgono a molti, moltissimi anni prima.
Secondo alcuni ritrovamenti, pare che già al tempo degli Antichi Egizi esistessero dei giochi praticati con mazza e palla. Sicuramente era molto diverso dal baseball moderno, caratterizzato da regole specifiche, competizioni nazionali e scommesse come le quote di baseball sul William Hill, tuttavia, non si può negare che queste origini antiche abbiano consentito al gioco di svilupparsi come lo conosciamo oggi.
Andando avanti nel tempo, nel medioevo, pare che in Inghilterra esistessero diversi giochi con mazza e palla, ciascuno contenente dei punti in comune con il baseball, e anche il cricket, ma nessuno esattamente identificabile come il gioco oggi praticato. Per vedere il baseball vero e proprio bisognerà attendere il 1700, anno a cui risalgono degli scritti di Wilson. Dall’Inghilterra, nel 1800, il gioco inizia a diffondersi nelle colonie americane, tanto che nel 1838 viene disputata la prima partita, stranamente in Canada, a Beachville.
Questo fatto, in realtà, è ancora oggi oggetto di discussione. Gli Stati Uniti infatti non accettano che il loro sport preferito sia partito proprio dal Canada, affermando che in realtà la prima partita fu a New York nel 1839. A prescindere da dove si è giocata la prima partita, le regole del gioco in formato ufficiale vengono pubblicate solo nel 1845, oltre 5 anni dopo, a Manhattan. Si può dire quindi che le origini del baseball moderno siano proprio legate agli Stati Uniti.
Queste regole prevedevano 4 basi distanziate, proprio come oggi, tuttavia, l’assegnazione dei punti conseguenti alle battute era leggermente diversa, dato che non esisteva ancora lo strike. A prescindere da ciò il baseball inizia a diffondersi dopo la guerra civile del 61-65. Il gioco si è diffuso prima a livello militare e poi anche civile, tanto che nel 1869 nacque la prima squadra: i Cincinnati Red Stockings e nel 1875 viene fondata la National League, che sfortunatamente è nota anche per leggi razziali contro chi non era bianco, impedendo di giocare.
Dall’America, il baseball si sposta in tutto il mondo, soprattutto in Oriente. In Giappone, l’influenza americana è notevole, tanto che il gioco diventa uno sport diffuso. Nonostante ciò, bisognerà attendere altri cento anni per vedere la nascita di competizioni ufficiali come le conosciamo oggi
Quando si è diffuso il baseball in Italia?
Il baseball continua tra alti e bassi, soprattutto in America e Oriente. Soltanto dopo la seconda guerra mondiale iniziano a nascere le prime competizioni europee, con la fondazione della federazione europea di baseball a Parigi. A questa federazione partecipano Spagna, Belgio, Francia, Germania e anche l’Italia, motivo per cui si può dire che sia il momento ufficiale della diffusione del gioco nella nostra nazione, pur essendo già state giocate delle partite negli anni precedenti.
A prescindere da ciò, la prima partita ritenuta ufficiale è quella contro la Spagna, nel 1952. Sfortunatamente, quella prima partita è stata persa dalla squadra locale, tuttavia, solo due anni dopo l’Italia riuscì a conquistare il titolo europeo. Le competizioni di squadre nazionali non sono le uniche disputate in Italia. Negli stessi anni nacque anche un campionato nazionale per club, con i classici gironi all’italiana. Questi proseguirono fino agli anni ottanta, in cui si decise di introdurre oltre al campionato tradizionale anche i play-off. Attualmente, il baseball in Italia comprende Serie A1, A2, B e C, con promozioni e retrocessioni.
Ricapitolando, le origini del baseball sono veramente antichissime e probabilmente questo è il motivo per cui si tratta di uno sport con tanto successo in numerose nazioni nel mondo.




