Varese - 10 maggio 2024, 10:39

Lo studio di tre giovani varesine per migliorare la città: Varese e Bologna a confronto

Irina Di Ruocco, Chiara Alesci e Valentina Grazioli, dell'Istituto nazionale di Urbanistica hanno partecipato all'evento biennale "European council of spatial planners" esponendo le loro ricerche sulle misure socialmente sostenibili e la pianificazione urbanistica

Irina Di Ruocco, Chiara Alesci e Valentina Grazioli, tre giovani varesine dell'Istituto nazionale di Urbanistica hanno diffuso, durante l'evento biennale "European council of spatial planners", le loro ricerche sulle due città riguardanti le misure socialmente sostenibili e la pianificazione urbanistica

Irina Di Ruocco, Chiara Alesci e Valentina Grazioli, tre giovani varesine dell'Istituto nazionale di Urbanistica hanno diffuso, durante l'evento biennale "European council of spatial planners", le loro ricerche sulle due città riguardanti le misure socialmente sostenibili e la pianificazione urbanistica

Varese e Bologna a confronto. Tre giovani varesine dell'Istituto nazionale di Urbanistica (Inu) hanno diffuso, durante l'evento biennale "European council of spatial planners", che quest'anno si è tenuto a Napoli, le loro ricerche sulle due città riguardanti le misure socialmente sostenibili e la pianificazione urbanistica, sottolineando il fondamentale coinvolgimento della cittadinanza in ogni fase della vita pubblica.

Le ideatrici della ricerca sono Valentina Grazioli, architetto e pianificatrice territoriale e affianca comuni e regioni che desiderano porre le basi per uno sviluppo sostenibile e inclusivo del loro territorio, Chiara Alesci, appassionata di urbanistica e dottoressa in ingegneria edile e progettista di infrastrutture ferroviarie ed ecologiche e Irina Di Ruocco, ingegnere dei trasporti ed economista, si occupa di ricerca e consulenza in urbanistica, infrastrutture e logistica, mobilità ed economia.

Insieme, hanno partecipato alla quattordicesima conferenza dell’"European council of Spatial Planners Ecpt - Biennale città e urbanisti europei”, tenutasi a Napoli dal 22 al 24 aprile 2024. Le ragazze hanno diffuso a livello internazionale alcune buone pratiche sul territorio italiano, impegnate nel far partecipare i cittadini ai processi di trasformazione urbana. Tra queste, vi sono "Collettiva Varese" e la "Fondazione per l’Innovazione urbana" di Bologna. 

L’intervento  da loro presentato, “Incubators of bottom-up participation processes as support tool for urban planning” nella Sessione Speciale 7 “inclusive city ecosystems”, durante la seconda giornata di incontri, mirava a dare importanza non solo alla connessione tra città, territorio e cittadini ma anche a come le misure di partecipazione possano promuovere politiche più inclusive, fondate sull’ascolto ed il mutuo supporto. Infatti, come raccontano le esperienze di Varese e di Bologna, ogni città deve mettere in atto misure socialmente sostenibili basate sulla partecipazione, per consentire la creazione di un ambiente sereno, incrementare il senso di appartenenza e il benessere dei cittadini, per aiutarli a esprimere le loro idee di città e per sostenere i loro bisogni all’interno del territorio. L'impegno e il contributo della cittadinanza per miglioramento della propria città è un elemento di fondamentale supporto alle amministrazioni locali per una corretta guida della  città, per la soddisfazione dei bisogni dei cittadini, per la realizzazione di spazi a misura d’uomo nonché per l’inclusione, obiettivi richiesto dall’Europa e dai grandi enti globali come ONU e UN-Habitat.

Tali affermazioni possono sembrare scontate quanto semplici ma dietro ai suddetti obiettivi si nascondono numerose difficoltà legate alla loro messa in pratica. Di conseguenza, nonostante l’importanza e il ruolo della partecipazione nella pianificazione urbana e territoriale siano ormai riconosciuti dalla maggior parte dei professionisti del settore anche a livello internazionale, non sempre viene praticata. Tuttavia, le autrici del lavoro presentato ritengono che le esperienze di Varese e di Bologna possano essere anche diffuse in altri contesti territoriali, e rese note come best practices. Il lavoro di ricerca delle giovani mira, quindi, a dare maggiore conoscenza e consapevolezza sulla partecipazione nella pianificazione urbanistica, sottolineando che è fondamentale il coinvolgimento della cittadinanza in ogni fase  della vita pubblica e per l’implementazione delle misure delle politiche sociali.

Irina Di Ruocco

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