Territorio - 10 maggio 2024, 09:09

Lo sfogo del sindaco di Barasso: «Fabio Limido morto perché lo Stato e le istituzioni non hanno saputo proteggere sua figlia»

Lorenzo Di Renzo Scolari in un duro post sui social esprime una posizione nette sulla vicenda e in generale sulla giustizia italiana: «Questa volta non ci sto, Toti arrestato di notte come un narcotrafficante, mentre a Varese un criminale denunciato più volte ha massacrato una persona che ha sacrificato la propria vita per una donna che aveva chiesto aiuto allo Stato che non ha assolto al suo dovere. Questo non è il mio Stato, non è quello che meritano i cittadini perbene»

Il sindaco di Barasso Lorenzo Di Renzo Scolari

Il sindaco di Barasso Lorenzo Di Renzo Scolari

E' uno sfogo molto duro, senza giri di parole, da parte di un uomo dello Stato, delle istituzioni, di un sindaco, il più giovane della provincia di Varese con i suoi 25 anni, che dal 2021 guida un piccolo Comune alle porte del capoluogo come Barasso. 

Una riflessione sulla giustizia italiana, quella proposta da Lorenzo Di Renzo Scolari, sull'assassinio di Fabio Limido, sul ferimento di sua figlia Lavinia e anche sull'arresto del governatore della Liguria Giovanni Toti. 

«Questo volta non ci sto - scrive sui social Di Renzo Scolari - reati e piani diversi, indubbiamente. Però lasciatemi dire che leggere il caso del presidente della Liguria Giovanni Toti arrestato come un pericoloso narcotrafficante alle tre di notte, l’ennesimo caso, è terrificante. È terrificante il numero di governatori (e politici/soggetti esposti) indagati ed esposti al pubblico ludibrio sui giornali come delinquenti conclamati - da Attilio Fontana a Stefano Bonaccini fino a Nicola Zingaretti solo per citarne alcuni - poi prosciolti da ogni accusa. E' terrificante il modus usato per gli arrestati (ricordo ancora l’arresto di Mario Mantovani, arrestato il giorno della legalità davanti agli studenti di una scuola, che poi si fece 40 giorni di carcere per essere assolto da ogni accusa ben 7 anni dopo)». 

Qui il sindaco traccia un parallelo, sempre a proposito del funzionamento della sistema giudiziario del nostro Paese, con l'omicidio e il tentato omicidio di Varese. 

«È terrificante e qui viene il paragone forte, che, mentre Toti - innocente o colpevole poco importa ai fini del mio pensiero - sia stato arrestato insieme ad altri senza aver subito un processo, e quindi senza che una sentenza abbia chiarito le sue responsabilità, Fabio Limido, due giorni fa a Varese, sia stato ucciso, massacrato di coltellate per salvare la figlia Lavinia, dalla furia di un criminale denunciato da più di due anni. Un padre che muore per assolvere al dovere, mancato dallo Stato e dalle istituzioni, di proteggere una donna che chiedeva aiuto. Una donna che aveva fatto tutto quello che noi - e da Sindaco mi ci metto dentro in pieno - suggeriamo di fare con le panchine rosse e le campagne di sensibilizzazione: denunciare e chiedere aiuto. Una donna ha denunciato e ha chiesto aiuto ma è stata salvata - tra tantissime virgolette - non dallo Stato, ma da un padre che ha sacrificato la propria vita» aggiunge il sindaco di Barasso. 

«Ecco, senza entrare nel merito di procure, giudici, forze dell’ordine, mi limito a questa riflessione: qualcosa nel sistema giustizia non funziona. Non funziona più. O forse non ha mai funzionato. Lo Stato che riesce ad arrestare con più enfasi un presunto corrotto piuttosto che un potenziale assassino (già sottoposto a misura di allontanamento per atti persecutori e atti violenti in genere) non è il mio Stato. Non è lo Stato che penso meritino i cittadini onesti e perbene» conclude Di Renzo Scolari. 

Redazione


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