Cronaca - 07 maggio 2024, 08:00

Uccide il suocero e ferisce gravemente l'ex compagna a Varese, shock a Busto: «Marco era un ragazzo intelligente, a volte sopra le righe, ma non pensavamo fosse aggressivo»

Sconcerto e dolore nella città dove Manfrinati è cresciuto, ha studiato al Classico ed è diventato avvocato. Quindi il passo indietro dall'Ordine. Anni fa partecipò a un convegno sul valore della vita al Cav: «Cordoglio alla famiglia»

Marco Manfrinati portato via dalla polizia e nel riquadro al convegno di 7 anni fa

Marco Manfrinati portato via dalla polizia e nel riquadro al convegno di 7 anni fa

Un giovane «intelligente», qualche volta descritto «sopra le righe», qualche originalità insomma che poteva sorprendere ma nulla che lasciasse presagire aggressività, nella città dove è cresciuto. Che potesse far sospettare quella violenza che si è scatenata ieri, lunedì 6 maggio, quando Marco Manfrinati, quarantenne ex avvocato di Busto Arsizio, ha atteso Lavinia Limido, 37 anni, all'uscita dallo studio di Varese in via Menotti. L'ha aggredita con il coltello e ha ucciso il padre, Fabio Limido, geologo di 71 anni, ferendolo al volto, al collo, al torace e alle mani. L'ex compagnia è stata operata e ieri era ancora in pericolo di vita (LEGGI QUI).

Questi sono i fatti divampati ieri, con la loro ferocia, al vaglio della polizia. Fatti preceduti da un divieto di avvicinamento da cui Manfrinati era stato colpito per comportamenti violenti nei confronti della donna, secondo quanto si è appreso.

Ma a Busto, dove ha studiato ed è diventato avvocato, tutti sono sconvolti da quanto è accaduto. C'è il dolore per le vittime, prima di tutto, ma anche lo shock di fronte all'omicida. Quella di Marco Manfrinati è una famiglia perbene. Lui viene ricordato dai compagni del Classico come un ragazzo intelligente: prosegue gli studi alla Statale, si laurea in Giurisprudenza e diventa avvocato. A volte, fuori dagli schemi manifestando la simpatia per personaggi autoritari, riferiscono in diversi, ma nulla che facesse presagire tutto ciò.

Ai tempi, ad esempio, è un giovane legale che non si tira indietro quando c'è da misurarsi anche su temi delicati. Come quando partecipa al convegno del Cav a Busto Arsizio, sette anni fa, ai Molini Marzoli sul tema “Di chi è la vita?” partendo dal caso del Dj Fabo. L'intervento di Manfrinati per fare il punto sulla legge: «L’ordinamento ha stabilito che il bene giuridico della vita non è disponibile. Sono previste sanzioni dal punto di vista penalistico, il sistema è logico e profondamente comprensibile non è una volontà calata dall'alto. Poi vi sono stati alcuni casi mediatici che hanno fatto di tutta l'erba un fascio ma bisogna considerare che eutanasia, suicidio assistito, determinazione della volontà, sono concetti differenti, occorre fare chiarezza».

In seguito, Manfrinati si è tolto dall'Ordine degli Avvocati, prima che le denunce della ex potessero portare a provvedimenti disciplinari. In vendita era stato messo il locale dove aveva lo studio: prima era in via Valgardena, ma attualmente in via XX Settembre, pieno centro di Busto.

Al Cav, da quell'occasione, non si è stati più in contatto con lui: spesso i giovani avvocati offrono la loro competenza e i loro studi ai convegni. Quanto avvenuto ieri pesa sul cuore: «Siamo sconvolti, sì - osserva il portavoce del Centro Aiuto alla Vita Mario Sansalone - ed esprimiamo il nostro cordoglio alla famiglia»

Ma. Lu.

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