Lettere - 25 marzo 2024, 16:57

«MV Agusta, tante belle parole ma poi»...

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato di Fiom Cgil Varese su MV Agusta. «Oltre alle belle promesse si presenti un piano industriale credibile»

«MV Agusta, tante belle parole ma poi»...

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato di Fiom Cgil Varese su MV Agusta. «Oltre alle belle promesse si presenti un piano industriale credibile».

«Ormai da troppo tempo leggiamo sulla stampa specializzata dichiarazioni contrastanti su MV AGUSTA, ma fino ad oggi non abbiamo avuto comunicazioni ufficiali che poi si siano dimostrate veritiere.

Proprio negli ultimi giorni apprendiamo dalla stampa che la trasparenza e il buon senso siano alla base dell’operazione di KTM AG di acquisire il controllo della maggioranza di MV AGUSTA, ma ci chiediamo quale sia il reale futuro dell’azienda varesina.

Vorremmo che oltre alle belle promesse ci venga presentato nel dettaglio un piano industriale credibile che dia sicurezza in termini di occupazione e volumi. Siamo ancora in attesa di leggere il bilancio del 2022, non ancora depositato.

I problemi per i clienti nel reperire parti di ricambi, la rete vendite ridotta all’osso, le poche moto vendute e una produzione rivista sempre al ribasso non aiutano a comprendere una situazione complicata.

Nel 2023 sono state prodotte solo 5.600 moto rispetto alle 8.500 preventivate, e per il 2024 si prevedeva di produrne 11.000, ma tra fermi produttivi e problematiche varie, se ne produrranno solo 6.000 moto (24 moto al giorno). Inoltre, ci chiediamo se e quali saranno i nuovi modelli? Che fine hanno fatto La Lucky Explorer 5.5 e la partnership con QJ Motor?

Quale sarà il futuro del progetto Lucky Explorer rispetto anche a dichiarazioni con cui Stefan Pierer bocciava il progetto?

Sulla fantasiosa narrazione di Luca Martin, nuovo direttore operativo e vice amministratore delegato di MV AGUSTA, rispetto “all’operazione Husqvarna”, per rispetto dei lavoratori non diremo nulla, quello che conta sono i fatti. E KTM comunicò la chiusura dello stabilimento di Biandronno solo pochi giorni dopo l’acquisizione, lasciando tutti senza lavoro. E quindi aveva deciso di chiudere prima ancora di entrare in possesso dello stabilimento».

Redazione

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