Territorio - 29 gennaio 2024, 10:35

Conviene ancora la riqualificazione energetica delle abitazioni?

Rete per il Clima del Verbano, in collaborazione con il Tavolo per il Clima di Luino e con il patrocinio del Comune di Luino, promuovono un incontro pubblico su "La riqualificazione energetica degli edifici e le normative europee e nazionali sulle prestazioni energetiche’" che si terrà a Palazzo Verbania a Luino venerdì 2 febbraio alle ore 21

Conviene ancora la riqualificazione energetica delle abitazioni?

Riceviamo e pubblichiamo una riflessione di Fulvio Fagiani della Rete per il clima Verbano in vista dell'incontro pubblico che si terrà il 2 febbraio alle 21 a Palazzo Verbania di Luino sul tema della riqualificazione energetica delle abitazioni.

«A guardare il grafico (che trovate in copertina all'articolo), tratto da un recente studio del CRESME, il centro di ricerca sul mercato delle costruzioni, non ci dovrebbero essere dubbi: l’unico fattore che conta nelle ristrutturazioni edilizie è l’incentivazione pubblica. Il picco di investimenti che si osserva infatti negli anni 2021, 2022 e 2023 coincide con il periodo di vigenza del Superbonus 110%.

Ma a leggere un’altra indagine, condotta da Eumetra per Green Building Council Italia (Edifici sostenibili: la percezione degli italiani), l’interesse e la disponibilità dei proprietari di casa non è dipendente solo dal contributo pubblico, dato che in una percentuale superiore al 60% è consapevole di dover efficientare il proprio immobile, per il 40% intende affrontarne i costi e solo il 19% unicamente a condizione che i costi siano coperti dal contributo pubblico, mentre il 74% è convinto di investire anche personalmente.

In realtà altre indagini (per esempio del centro di ricerca sul sistema energetico RSE e dell’Agenzia Europea dell’Ambiente) rivelano che ci sono altre barriere che si frappongono alla riqualificazione, per esempio i disagi derivanti dai lavori, la mancanza di informazioni, le incertezze sui costi e i benefici, la presenza di operatori qualificati.

Il quadro, insomma, è complesso e sfaccettato, influenzato dalle motivazioni dei proprietari e dalle azioni delle istituzioni pubbliche e degli operatori privati.

In questo momento la legislazione è ancora incerta: la direttiva europea sulle prestazioni energetiche EPBD (Energy Performance of Buildings Directive) si è limitata a definire obiettivi per gli Stati membri, ai quali sono demandate le misure legislative.

Il governo italiano ha annunciato una riforma complessiva dei bonus fiscali dopo la fine del Superbonus 110%, di cui però non si hanno notizie.

La certezza è che gli edifici sono responsabili del 36% delle emissioni in Europa, del 39% in Italia. Anche nel nostro territorio di riferimento, l’area dei Laghi del varesotto, le emissioni degli edifici variano nei singoli Comuni attorno ad una media del 34% circa, e sono insieme con le industrie il settore più emissivo.

In attesa che la nebbia della normativa fiscale si diradi, si può però prestare attenzione ad altri fattori ugualmente importanti e su cui si può agire anche alla scala locale.

I tre principali interventi di decarbonizzazione degli edifici sono l’isolamento dell’involucro dell’edificio, la sostituzione delle caldaie a gas con pompe di calore alimentate dall’elettricità e l’installazione di impianti fotovoltaici sui tetti, eventualmente con l’ausilio di batterie d’accumulo.

Sono azioni che possono essere strettamente integrate e progettate in un’unica soluzione, con benefici a lungo termine, ambientali, per la riduzione di emissioni di gas serra e di inquinanti, economici, per i minori consumi energetici e l’aumento di valore dell’immobile, e di vivibilità, per il miglior comfort abitativo.

Ai benefici di cui godono i proprietari di edifici si aggiungono quelli della comunità locale per il minore inquinamento ambientale e lo sviluppo dell’economia e dell’occupazione.

Il sistema di indicatori sviluppato nell’ambito di un progetto finanziato da Fondazione Cariplo, mostra che il parco edilizio locale ricade ancora in classi energetiche inferiori alla D per il 78%, ed il tasso di riqualificazioni energetiche è ancora molto basso (lo 0,002% fino al 2021, probabilmente parecchio maggiore nel 2022 e 2023 per effetto del Superbonus).

Dall’indagine qualitativa condotta nello stesso progetto su utenti ed operatori, sono risultati esiti positivi e negativi delle riqualificazioni avvenute.

Tra i positivi vi sono i benefici per gli utenti, di natura ambientale ed economica, e la formazione di un settore d’offerta, composto da professionisti ed imprese, che ha potuto specializzarsi e acquisire competenze ed esperienza.

Tra i negativi vi è l’impossibilità per numerosi proprietari di procedere agli interventi di riqualificazione per svariati motivi, lavori non completati o non eseguiti a regola d’arte, il costo e la difficoltà di approvvigionamento dei materiali, i disagi per chi abitava negli edifici ristrutturati e la dubbia sostenibilità di alcuni processi e materiali.

Nell’insieme si è avuto conferma che si può fare molto a livello locale per migliorare la qualità degli interventi riducendone i costi, per qualificare ed allargare la platea degli operatori, per informare i cittadini e consentire loro di fare le scelte giuste.

Emerge anche un’indicazione per i Comuni e le istituzioni pubbliche: possono agire insieme agli ‘stakeholder’ per promuovere le riqualificazioni, migliorarne la qualità e l’efficacia, con altissime ricadute ambientali, economiche ed occupazionali.

L’invito è quindi a partecipare all’incontro del 2 febbraio a Luino, alle 21 a Palazzo Verbania, per informarsi, approfondire, porre domande e discutere con i relatori».

Fulvio Fagiani 

C.S.

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A APRILE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

Google News Ricevi le nostre ultime notizie da Google News SEGUICI

Ti potrebbero interessare anche:

SU