Varese dalla vetrina - 23 settembre 2023, 13:18

VARESE DALLA VETRINA/8 - Morandi, un viaggio lungo 100 anni fatto di lavoro e umanità

Una famiglia, una vocazione: gli inizi di Ermanno con le carrozze da Marzio, i sacrifici di Gianpiero, a 82 anni ancora al timone, la donna di altri tempi Agnese, che guidò il pullman anche poco prima di partorire, l'energia di Stefania, che ha sempre un occhio per la persona, oltre che per la meta. Ecco la storia di un'agenzia viaggi che da Varese ha conquistato il mondo

Gianpiero e Stefania Morandi

Gianpiero e Stefania Morandi

È un giorno lavorativo come un altro quando una donna sale sul suo pullman Menarini Iveco “Tartaruga”, mette in moto e da Marzio guida tranquilla fino a Varese, dove conclude il suo viaggio, fa scendere i passeggeri e poi si dirige verso la clinica La Quiete, parcheggia ed entra in astanteria. Poco dopo partorirà il figlio Gianluca con tanto di cesareo, come fosse la cosa più normale del mondo. Quella donna era Agnese Bossi, moglie di Gianpiero Morandi, e guidare il pullman era una delle tante cose che sapeva fare, oltre a curare l’amministrazione di un’azienda che ha appena compiuto il suo primo secolo di vita. 

Una donna di ferro, come oggi è la figlia Stefania, responsabile della Morandi Tour, un’agenzia di viaggi un po’ diversa dal solito, con intenti diremmo quasi umanistici, grazie a programmi di viaggi mai banali e sempre attenti alle curiosità dei clienti, con proposte culturali ben ponderate e originali. 

Il Gruppo Morandi, da quel lontano 1923, quando il nonno Ermanno incominciò a pensare in grande, si è espanso fino a contare cinque società: Bus Operator, Agenzia viaggi, Tour SA, Esenga e Morandi international, qualcosa come 2 bus operator operativi su Varese, Lugano, Milano e Genova, 1 tour operator a Varese e Lugano, 1 immobiliare a Varese e una società trading partecipata cinese a ChongQuing. La flotta dei Morandi è imponente, con 8 double decker bus con oltre 80 posti, 5 long vehicle GT fino a 15 metri, 31 bus classici gran turismo, 12 minibus per tutti i percorsi, 8 minibus per turismo executive, 2 minivan, 4 automobili luxury e oltre 160 addetti.

Tutto ciò è frutto di una incessante “scuola del lavoro” che Ermanno Morandi di Marzio fondò cent’anni fa, dopo aver incominciato come taglialegna e produttore di carbone, commerciando con la Svizzera via Agno, portando il gerlo sulle spalle. Oggi la Morandi è retta dal figlio Gianpiero, a 82 anni ancora al timone, e dai nipoti Stefania, che si occupa della parte viaggi, Filippo, che cura la movimentazione e l’officina, e Gianluca l’amministrazione. 

«Mio padre tagliava gli alberi con il “troncone”, la sega manovrata da due persone, e buttava giù gli esemplari più grandi mettendo la polvere da sparo all’interno del tronco. Più tardi incominciò con le carrozze e i cavalli, portava i villeggianti da Marzio alla stazione di Ghirla e poi fino a Varese, quindi negli anni Trenta acquistò i primi pullman da 15-20 posti, quelli aperti con le tende ai lati e le gomme di scorta posizionate sui parafanghi. Da bambino, in garage, entravo in un pullmino Atala e fingevo di guidarlo, ce l’avevo nel sangue. Durante la guerra arrivarono i pullman più grandi, da 45 posti, poi avevamo anche una flotta di camion perché trasportavamo la sabbia rossa dalla nostra cava di Marzio. Se ne occupava mio fratello Filippo, detto Pino, e mia sorella Titti faceva da amministratrice ma guidava anche i pullman. Allora mio padre aveva già ben 80 dipendenti», racconta Gianpiero Morandi, che ha fatto per vent’anni il sindaco a Marzio.

«Era il periodo d’oro di Marzio, chiamato “la conca di smeraldo”, ci villeggiava gente importante, dai Bolchini che fondarono una colonia, ad Angelo Sraffa, tra i creatori dell’Università Bocconi, a padre Agostino Gemelli che fu parroco lì, Bruno Finzi progettista dello stadio di San Siro, e Amalia Ercoli-Finzi, direttrice del Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale del Politecnico di Milano. Quindi Armida Barelli, poi beatificata, della quale c’è ancora la casa con l’arredamento intatto», ricorda Stefania Morandi.

Una famiglia di grandi lavoratori, dai ruoli intercambiabili, minata però da gravi lutti negli anni Cinquanta, elaborati grazie alla forza di volontà e alla sicurezza di far bene. «Dovetti abbandonare l’università, frequentavo Economia e commercio, e prendere in mano le redini dell’azienda. Era il 1962, avevo 21 anni, ma non c’era altra scelta, facevo l’autista e l’amministratore al tempo stesso, avevamo già i grandi pullman da 50 posti e la nostra attività si era allargata ai viaggi di lunga percorrenza», spiega Gianpiero Morandi.

Poi arrivò il matrimonio con Agnese Bossi, figlia di imprenditori del settore meccanico, tre fratelli proprietari tra l’altro della Bossi Car.

«Mia mamma era una donna straordinaria, guidava i pullman e amministrava azienda e famiglia, lasciando a papà la gestione clienti e la strategia d’impresa. Da bambina andavo con lei sul bus e facevo compiti appoggiando i quaderni alla conchiglia che proteggeva il vano motore. Mio nonno materno Antonio Bossi, era un meccanico leggendario, capace di riparare il guasto di un mezzo in una notte di lavoro. La nostra attività è sempre stata figlia di sacrificio e rispetto per le persone», dice Stefania.

Dire Morandi oggi è anche parlare di viaggi culturali, per gruppi ridotti di persone interessate: il Liberty Tour, gli itinerari musicali, le visite ai siti Unesco, la Roma sotterranea, le vacanze per i single, le settimane alle terme. Un settore che Stefania Morandi alimenta con la sua inesauribile energia.

«Ho sempre pensato di restituire ai viaggiatori l’“animus” di un luogo, la sua storia e le tradizioni che lo rendono unico. Vogliamo dare ai nostri clienti qualcosa che non trovano su internet, facendoli “viaggiare in famiglia”, come recita il nostro motto. Abbiamo una clientela eterogenea, dai gruppi di alpini e dei cral ai single, con una netta percentuale femminile, intorno al 70. Dopo il covid è cambiato tutto: prima avevamo il 30 per cento di viaggiatori singoli e il 70 di coppie, oggi è esattamente il contrario, e spesso i single trovano amici nuovi con cui condividere l’emozione del viaggio e magari da frequentare anche dopo», aggiunge Stefania, che ha visitato tutti i continenti. 

Tra un weekend enologico e la vista dell’aurora boreale alle isole Lofoten, tra la fioritura dei ciliegi in Giappone e l’itinerario Van Gogh, c’è tempo per organizzare viaggi alle Maldive, trekking su misura, viaggi da Milano a Parigi e a Berlino, con quattro bus a due piani superaccessoriati, i Flixbus alternativa al treno, oppure itinerari turistici sul lago di Como tutti i giorni per 100 persone prenotabili via internet. 

La Morandi bus operator ha cent’anni ma guarda avanti, con la sede di Lugano e la società fondata con la Cina, ma soprattutto con un’impronta ecosostenibile che prevede la gestione di un Hub nell’hinterland milanese e l’arricchimento della flotta con nuovi Echo-bus per un trasporto sempre più “verde” grazie a nuove tecnologie meno impattanti sull’ambiente. 

«Il benessere dei nostri viaggiatori viene prima di tutto, scegliamo le guide tra gli esperti di vari settori, a Varese contiamo spesso su studiosi come Silvio Raffo, Serena Contini o Silvano Colombo, vogliamo il meglio, sempre». Stefania Morandi ne è certa, il viaggio più entusiasmante è sempre quello della mente.

Mario Chiodetti

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