Varese dalla vetrina - 26 luglio 2023, 08:33

VARESE DALLA VETRINA/6. Da Molteni Varese è una bella "musica" dal 1919: «Dalle trombe create martellando l'ottone ai pianoforti digitali e all'ukulele» (FOTO)

Nella bottega di via Bizzozero Paolo e Nadia gestiscono il brand di famiglia fondato dal bisnonno Giuseppe. «Oggi vendiamo parecchi pianoforti digitali, che si possono ascoltare in cuffia senza disturbare i vicini e di ridotte dimensioni. Molti si presentano con il metro per capire come disporli in salotto». «Capita che arrivino persone fischiettando o canticchiando un motivo ascoltato chissà dove e ci chiedano di trovare lo spartito. Oppure che qualcuno di ritorno da un viaggio in terre lontanissime ci chieda di procurargli lo strumento etnico visto da quelle parti». E la città? «Finché non si risolve il problema del traffico...»

Paolo e Nadia Molteni protetti da un pianoforte nella plurisecolare "casa" da dove Varese è una bella musica per tutti coloro che vi si affacciano. Molteni Strumenti Musicali in via Bizzozero, prima di piazza Repubblica, è una nota di pura magia dal 1919

Paolo e Nadia Molteni protetti da un pianoforte nella plurisecolare "casa" da dove Varese è una bella musica per tutti coloro che vi si affacciano. Molteni Strumenti Musicali in via Bizzozero, prima di piazza Repubblica, è una nota di pura magia dal 1919

Può capitare che entrare in un negozio provochi un cortocircuito temporale, e la persona dietro il bancone appaia come l’esatta copia del proprio genitore cinquantenne. A quel punto o stiamo vivendo un sogno, oppure siamo soltanto diventati vecchi, perché soltanto una decina di anni fa era Mario Molteni a farci da anfitrione e Paolo, il figlio, magari si stava occupando del noleggio di qualche pianoforte o di dar retta ad aspiranti chitarristi rock.

La ditta Molteni Strumenti Musicali è un pezzo pregiato della storia di Varese e, non a caso, la Regione Lombardia le ha appena riconosciuto lo status di negozio storico ultracentenario, con l’attività avviata ufficialmente, come recita il più antico documento ritrovato, nel 1919, lo stesso anno dell’apertura della Pasticceria Ghezzi.

Mario è in pensione e compirà gli 89 a settembre, sua moglie Serenella Visconti è di un mese più anziana e ogni tanto scende in bottega a trovare Paolo e Nadia, i figli continuatori del brand di famiglia, fondato dal bisnonno Giuseppe, uomo austero con baffi da ufficiale, portato avanti da suo figlio Paolo detto Piero e quindi da Mario, una istituzione nel mondo musicale non soltanto varesino.

Paolo Molteni, una stampa e una figura con papà Mario, racconta divertito la storia del negozio: «Il bisnonno Giuseppe - i Molteni si chiamano tutti Giuseppe, Mario o Paolo, unica eccezione lo zio Giulio - era artigiano e lavorava in via Cimarosa nella sede della ditta Pinciara, che produceva strumenti musicali a fiato, gli ottoni, trombe, sassofoni, bombardini, soprattutto per le numerose bande del tempo. La nonna ci aveva sempre detto che l’attività di famiglia fosse incominciata nel 1913, ma noi abbiamo trovato la prima traccia solo nel 1919, quando Giuseppe acquistò la ditta Pinciara e si mise in proprio».

Erano i tempi del tornio a pedale e di sane martellate che trasformavano una lastra d’ottone in una tromba.

«Nonno Paolo, conosciuto da tutti però come Piero, proseguì nella costruzione e riparazione di ottoni, stavolta con il marchio Molteni Varese, e trasferì l’attività in via Mazzini, nei locali oggi occupati da Brumana, vendendo anche prodotti di altre marche, soprattutto fisarmoniche, mandolini e chitarre. Durante la guerra dovette rifugiarsi in Svizzera e fu nonna Amelia a mandare avanti l’attività. Nostro padre Giuseppe Mario - chiamato solo Mario anche per distinguerlo dal cugino Giuseppe “Pinuccio” Molteni, il gentleman rider titolare della Scuderia Emmegi e commerciante di elettrodomestici, dischi e hi-fi in via Morosini - subentrò in negozio negli anni ’50 dando impulso alla vendita di pianoforti e poi, tra i ’60 e i 70, al loro noleggio per i concerti», spiegano Paolo e Nadia.

Mario Molteni, pianista e fisarmonicista, tra i fondatori dell’Aiarp, l’Associazione italiana accordatori riparatori pianoforti, seguì diversi corsi di formazione dai produttori di pianoforti, ma non dimenticava di suonare in vari gruppi con un repertorio che andava dagli standard jazz a Cole Porter e Gershwin, alle canzoni italiane anni ’40 e ’50, con memorabili serate a Lugano e al Bel Sit di Comerio “chez Borghi”.

«Proprio alla Schulze Pollman di Bolzano, ditta storica di pianoforti di proprietà della famiglia del grande direttore Carlo Maria Giulini, papà conobbe nostra madre, che allora si occupava di meteorologia ma per amore lo seguì a Varese, pronta a prendere le redini del negozio, dove ha curato per anni la sezione di editoria e didattica musicale e degli strumenti musicali per i bambini», afferma Paolo, diplomato in pianoforte al Conservatorio di Novara, dopo gli studi al Liceo Musicale di Varese con la professoressa Giuseppina Li Bassi.

Famiglia di commercianti i Molteni, con nonno Paolo-Piero alle prese con gli strumenti musicali, e i fratelli Mario, morto nel campo di concentramento di Mauthausen e a cui è stata dedicata una pietra d’inciampo, venditore di radio e dischi, e Giulio, titolare di un negozio di abbigliamento in piazza Monte Grappa. Nel 1970, Molteni Strumenti Musicali si trasferisce nell’attuale sede di via Bizzozero 18, e dieci anni dopo si allarga con l’acquisizione della sala espositiva per i pianoforti, di fronte al negozio. I tempi cambiano, le fisarmoniche passano di moda, arrivano chitarre elettriche e amplificatori, organi Hammond, poi strumenti per gli effetti di luce sul palco e microfoni dedicati.

«Oggi vendiamo parecchi pianoforti digitali, e abbiamo aperto una sala espositiva apposita all’interno del negozio. Il vantaggio di questi strumenti è che si possono ascoltare in cuffia senza disturbare i vicini di casa e sono di ridotte dimensioni, adatte alle case di oggi. Molti clienti arrivano con il metro per capire come disporli in salotto o nella camera dei figli. Qualche pianoforte a coda, però si vende ancora», spiega Nadia.

Mario Molteni, sempre in giro ad accordare e mettere a punto i pianoforti per i concertisti, ha servito alcuni tra i più celebri pianisti del mondo, da Maria Tipo a Dino Ciani, Bruno Canino, Yuja Wang, Angela Hewitt, Giovanni Allevi o Nicola Piovani, e la lista continua con Paolo, sempre presente ai concerti, prima della Società musicale varesina, con papà, e poi della Stagione musicale comunale.

Da Molteni, da due anni, c’è anche una attrezzatissima sala prove insonorizzata, dedicata ai gruppi musicali o a chi non ha lo strumento in casa e vuole divertirsi a suonare. Il negozio collabora da sempre con tutte le scuole musicali del Varesotto e molte del Canton Ticino, «dove per esempio la fisarmonica è ancora in voga. Oggi però i giovani imparano a suonare l’ukulele, che sta soppiantando il flauto dolce, nostro incubo quando frequentavamo le scuole dell’obbligo», aggiunge Nadia Molteni, pianista “non diplomata”, come tiene a sottolineare.

In 104 anni di attività non mancano le cose curiose: «Capita spesso che arrivino persone fischiettando o canticchiando un motivo ascoltato chissà dove e ci chiedano di trovare lo spartito. A volte la cosa succede anche per telefono! Oppure che qualcuno di ritorno da un viaggio in terre lontanissime ci chieda di procurargli lo strumento etnico visto da quelle parti».

Per Paolo, il mondo musicale varesino si è impoverito quando ha perso la possibilità di avere il Conservatorio: «Non ci sono stati benefici culturali di una scuola superiore di musica e quindi chi si vuole laureare deve per forza andare via da Varese, e poi è difficile ritornare. La città manca di un po’ di vivacità generalizzata, a tenere alta la qualità per fortuna rimane la Stagione musicale comunale. Varese mi sembra sempre di più una città residenziale, con poche opportunità di viverla veramente. Servirebbe subito un auditorium e, da cittadino, vorrei vedere risolti i problemi del traffico».

Nadia loda la ritrovata balneabilità del lago, le gare di canottaggio, il verde intorno, ma lamenta anche lei il problema del traffico: «Capita che entrino clienti che arrivano da fuori e la loro prima frase è: “A Varese non ci verrò mai più, un’ora di coda per entrare in città”. Così si penalizza il turismo e il commercio».

Ultima, doverosa domanda: che musica ascoltano i Molteni? «Di ogni genere, basta che sia eseguita bene, vado dalla classica al rock alla salsa, del resto oltre al pianoforte ho studiato la tromba e le percussioni latine, ho passione per il Latin jazz», dice Paolo, mentre Nadia è più trasgressiva: «Vado dal jazz all’heavy metal al country, amo gli Iron Maiden, ma direi il rock in generale». All’udire queste dichiarazioni della quarta generazione di Molteni, al bisnonno Giuseppe, probabilmente avranno vibrato i baffi.
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Qui sotto nella gallery Paolo e Nadia ci portano alla scoperta del negozio di via Bizzozero e ci "regalano" alcuni cimeli che profumano di leggenda come una foto in bianco e nero di Giulio, Mario e Paolo prima di un'altra con Giuseppe Mario Molteni bambino che sbuca da una tromba, il fondatore Giuseppe Molteni riconoscibile dagli inconfondibili baffi, il marchio storico di un'impresa di famiglia plurisecolare e poi ancora Piero Molteni, la "Premiata fabbrica di istrumenti musicali" di via Mazzini, Serenella Visconti e Giuseppe Mario sposi e per finire un esterno e un interno di via Mazzini, nei locali oggi occupati da Brumana

Mario Chiodetti

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