Varese - 23 agosto 2022, 09:05

Lo sfogo di Buosi: «I mille euro in bolletta sono diventati cinquemila. Come si può fare impresa in Italia in questo modo?»

Anche per le attività commerciali di Varese è arrivato il momento di ricevere la bolletta di luglio. Con una sorpresa poco gradita: un aumento di quattro volte rispetto al 2021. La riflessione di Denis Buosi: «Abbiamo tante difficoltà, dall’anno scorso abbiamo già aumentato i prezzi del 10, 20%. Abbiamo bisogno di misure che incentivino gli imprenditori a lavorare»

La bolletta "incriminata" con gli aumenti: una brutta sorpresa per chi fa impresa

La bolletta "incriminata" con gli aumenti: una brutta sorpresa per chi fa impresa

Che le bollette siano aumentate ormai è un fatto certo. Chi più, chi meno, tutti abbiamo visto qualche cifra in più alla fine di quel foglio che, periodicamente, ci troviamo tra le altre lettere oppure tra le varie email. Magari, in alcuni casi, la differenza rispetto al 2021 è minima, così minima che quasi non ce ne accorgiamo o, comunque, non ha un impatto sensibile sulle spese di casa. In altri casi, tuttavia, la differenza c’è e si sente.

Ne è esempio la storica Pasticceria Buosi, in particolare nella sede di Varese. Il titolare, Denis Buosi, a luglio 2022 si è visto infatti arrivare una bolletta aumentata di ben quattro volte: «Per i 60 metri quadri di negozio - racconta - dobbiamo pagare 5.000 euro, quando l’anno scorso nello stesso periodo eravamo a poco più di 1.000. È fuori da ogni logica: paghiamo l’affitto, abbiamo dei dipendenti, come possono pensare che si possa fare impresa in Italia in questo modo? È un problema europeo, ma nessuno è al nostro livello. Non è possibile che nessuno intervenga, si pensa solo a fare profitto: mi risulta che Edison, quest’anno, abbia fatto utili fuori dal mondo. Gli aumenti non devono essere sostenuti da noi, c’è qualcosa sotto di molto più grosso, non si capisce che risultato debba essere raggiunto».

Denis Buosi non ha ancora ricevuto – «purtroppo, o forse per fortuna» - la bolletta dell’attività a Venegono, ma già a giugno aveva notato che la spesa era di due volte e mezza o tre quella dello stesso mese dell'anno scorso.

«Fosse solo questo il problema – prosegue il titolare della pasticceria – facciamo fatica a reperire il personale, è una somma di situazioni che portano le persone a non fare impresa, a chiudere. Sembra quasi che i “grandi dirigenti” vogliano costringere a non lavorare: è quasi più semplice fare assistenzialismo, ma il risultato è che le aziende chiudono. Chi ha un’attività magari insieme ai figli, come nel mio caso, prova a fare uno sforzo in più, ma non andiamo da nessuna parte. Quello che si vede in tv fa venir voglia di chiudere tutto. Sembra che alla classe dirigente faccia piacere vedere le realtà che muoiono: tanti giovani vorrebbero fare imprenditoria, ci provano ma quanti chiudono alla fine della stagione?».

Tanti “più”, quindi, con cui anche i clienti si troveranno a fare i conti, presto o tardi: «Da un anno il costo delle materie prime viene aggiornato mensilmente, noi abbiamo sempre cercato di tenere i nostri prezzi al minimo, alzando del 10, 20% rispetto al 2021. Ma questo non basterà e bisognerà aumentare ancora, anche se questo non aiuta nessuno: la corrente è aumentata per tutti, anche per i clienti», perché, certo, c’è chi per far fronte al “più” sulla bolletta va in pasticceria una volta in “meno”.

«Parlo da imprenditore e figlio di commercianti - prosegue Buosi - sono 40 anni che faccio questo lavoro e, Covid a parte, periodi come questi non me li ricordo. Non solo sono aumentate le materie prime, che noi ci procuriamo da aziende italiane di alta qualità, ma anche il carburante, quindi il costo dei trasporti. Se non abbiamo una classe dirigente che ha il cervello per poter capire e sistemare questa situazione, andremo a fare un altro lockdown serale, non per il Covid ma perché non c’è l’energia elettrica».

Davanti a una prospettiva tutt’altro che rosea, Denis Buosi rivolge un appello ai suoi clienti: «Dobbiamo continuare a sostenere l’Italia e il made in Italy. Spero che qualcosa cambi radicalmente, ci sia qualcosa che inietti un po' di voglia di fare, che l’imprenditore venga incentivato. Intanto noi manterremo sempre la qualità nei prodotti e nel servizio che ci hanno sempre contraddisti. Per il resto, dobbiamo solo avere pazienza».

Giulia Nicora

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