- 24 gennaio 2022, 20:30

«Provasi, Amadeo, Taglioretti... quel trio che era una musica per me, giovane tigrotto»

Un ricordo speciale di Alberto Armiraglio: «Quando Taglioretti veniva chiamato dal massaggiatore per tenermi fermo nella vasca d'acqua bollente, terapia dopo un infortunio». Domani l'addio al mitico Pippo

Pippo Taglioretti e la sua Pro Patria

C'era un ragazzino nel '60 che seguiva con gli occhi e i sogni i suoi eroi. Anzi, li sfidava pure poi, perché la Primavera in amichevole giocava contro la prima squadra e il cuore batteva forte.

A poche ore dall'addio a Pippo Taglioretti (il funerale si terrà martedì 25 gennaio alle 10 nella chiesa di San Giovanni di Bergoro, a Fagnano, preceduto dal Rosario), un ricordo dipinge intensamente il recordman della Pro Patria e dei suoi compagni. È di Alberto Armiraglio, che iniziò con i juniores e diventò anche presidente della società biancoblù. 

Racconta di un'epoca in cui si poteva giocare in B, ma si restava a stretto contatto con i ragazzini che cominciavano il proprio percorso, in campo e non solo. 

«Prima di tutto - dice Alberto Armiraglio - non posso che emozionarmi, ripensando ai tre nomi, che risuonavano insieme. Provasi, Amadeo, Taglioretti... Come sentire Zoff, Gentile, Cabrini». Armiraglio, ala sinistra, proseguì poi nella Primavera e nell'allora campionato De Martino, tra il '60 e il '66.

La Pro Patria era tornata in B con quei personaggi e i ragazzi vibravano di ammirazione. Il giovedì - racconta ancora Armiraglio - si giocava contro la prima squadra in amichevole. Poi certo ci furono le partite contro le vecchie glorie. Ma prima, l'ex tigrotto ricorda un episodio che svela molto dell'ambiente, della familiarità e dell'umiltà.

«Durante una partita della Primavera contro la Sampdoria mi ero infortunato e Regalia venne a controllare la mia caviglia, che era gonfia come un melone - spiega Armiraglio - Gasparino volle farmi un trattamento particolare nella vasca da bagno con acqua bollente». Solo che restare dentro quel piccolo inferno era una prova un po' troppo tosta: «Faceva un male cane... Allora lui chiamava Taglioretti e Lombardi, che mi tenevano fermo mentre passava un panno». 

Insomma, giocatori mitici sì, ma pronti a fare tutto per la Pro, anche in mansioni inattese.

Armiraglio diventò presidente della Pro Patria nel 2009: «E Taglioretti c'era sempre per i suoi tigrotti, una persona mite, tranquilla. Mai sopra le righe».

Marilena Lualdi