- 27 agosto 2021, 08:30

Turotti a Busto: «Ci mancavi, come ti mancava la Pro Patria. Ora torna allo stadio»

A Stadio Aperto il direttore sportivo tigrotto si appella ai tifosi. Su mister Prina: «Oltre alle competenze tecniche trasmette tanto entusiasmo». La presidente Testa: «La top player è sempre lei». I giovani: «In tanti parlano, noi facciamo i fatti». L'emozione al saluto del tifosissimo Daniele De Grandis: «Il bel calcio è già vincere»

Marilena Lualdi e Sandro Turotti, sotto con Daniele De Grandis

Marilena Lualdi e Sandro Turotti, sotto con Daniele De Grandis

Piccoli passi, una sana ambizione: sembra un contrasto, ma diffidate delle apparenze. È piuttosto il filo biancoblù che lega la concretezza e l'umiltà della Pro Patria di Patrizia Testa e Sandro Turotti alla voglia legittima di vedere i tigrotti brillare  tifosi da parte dei tifosi. 

L'appello a Busto

Alla prima puntata di Stadio Aperto parla il direttore sportivo della società biancoblù al nostro talk show che cambia formula: diventa settimanale e offrirà altre novità ogni giovedì, ora che i tifosi possono tornare allo stadio. Devono, anzi. Turotti si rivolge proprio a Busto: «Questa Pro Patria l'anno scorso ha fatto un grande campionato ed è mancata tanto al suo pubblico. Anche a noi addetti ai lavori mancavano i i tifosi... C'era un grandissimo interesse, ora che si può tornare, facciamo che non sia solo virtuale, ma reale». Un  "mi piace" su Facebook si trasformi in presenza tangibile allo Speroni, insomma. Da mettere in pratica fin da domenica 29 contro l'Albinoleffe (LEGGI QUI)

Lo merita la Pro Patria, lo merita la sua "top player", la presidente. E i ragazzi, da quelli ormai con i colori stampati addosso alle new entry. La scorsa stagione avevano stupito lo stesso ds per le loro prestazioni in campo, ora è presto, ma colpiscono già in questa prima fase di conoscenza la serietà e la dedizione dei giovani.

Prina la certezza

Ma partiamo da Luca Prina, l'allenatore scelto per sostituire Javorcic. Turotti, come noto, ha scelto un professionista che conosce bene, da molti anni. La sua dote principale? «Al di là delle competenze tecniche trasmette entusiasmo, è "malato" di calcio - sottolinea - Dopo quattro anni con lo stesso allenatore, ci sono cose molto consolidate, avevamo bisogno di una persona che conoscevo bene per poterlo inserire al meglio e lui seguirmi meglio. Aveva già avuto modo di vedere tante nostre partite. È stato qui per migliorare, non per scimmiottare chi c'era prima».

Proviamo a farci raccontare quanto emoziona firmare un contratto a un ragazzo come Ferri, il suo primo da professionista. Turotti preferisce parlare di soddisfazione: «Ragazzi del settore giovanile contribuiscono a creare un'identità molto forte, sono loro stessi tifosi. Sono più emozionati loro... In questo mondo  parlano in tanti del settore giovanile. Noi parliamo meno, ma con i fatti stiamo dimostrando che ogni anno un ragazzo del settore giovanile c'è e rimane in squadra». Dai giovanissimi a Colombo, un'immagine di passione e fedeltà.

Cos'è la vittoria

Daniele De Grandis, tifosissimo, manda il suo messaggio di affetto e supporto a Turotti. Lo fa con la sua consueta grinta, assicurando che vuole «vincere tutto».

E così vogliono i tigrotti, quelli che umilmente a piccoli passi partono dall'obiettivo salvezza, perché questo è lo spirito. «Mi auguro che ci sia sempre più un calcio che diverta» rimarca Turotti, riflettendo anche sull'esperienza della Nazionale.

Proprio la politica dei piccoli passi ha dato tante soddisfazioni, ha reso la Pro Patria di questi anni ciò che è. «Adesso la società piano piano, tolti tre giocatori in prestito, ne ha tutti di proprietà - sottolinea - Anche con contratti a lunga scadenza, quindi ha un patrimonio. Questa è una base importante, ben diversa da quando sono arrivato qua».

Si riflette, ancora, ad esempio sui gironi, su giocatori come Parker che aveva avuto richieste ma è rimasto qui volentieri, della conquista di Caprile e molto altro. C'è spazio però per coltivare quella sana ambizione, ancora: «L'anno scorso un po' abbiamo sognato, possiamo viverla ancora in maniera un po'  leggera e toglierci qualche altra soddisfazione». Uno vuol sempre vincere, sì, ma ciò ha diversi significati - conclude il direttore - e quando si vede un buon calcio, ha già il sapore di una vittoria.

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Marilena Lualdi

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