La storia è così, ti gioca brutti scherzi senza darti il tempo di sorridere. Domenica 27 settembre, ore 16, Carrarese-Pro Patria: è il modo giusto per ricominciare, come per ridarci la naturalezza perduta. Anche in questa tira e molla sul numero degli spettatori che ci tocca, eppure ci sfiora soltanto, nonostante tutto: quando saremo lì, come sarà dura, in ogni caso, non saltare su insieme alla prima rete o scaricare la tensione con un abbraccio.
Ma le tigri, tornando ci dicono una cosa: è inutile lagnarsi. Nessuno sta facendo quello che vuole, fino in fondo, in questo mondo.
Le regole del Gioco della vita e della comunità sono cambiate. Ci possono alleviare un periodo ancora così duro invece le regole di questo gioco, del calcio e del tifo loro sì abbracciati insieme. Sappiamo che c'è un progetto bellissimo, voluto dalla presidente Patrizia Testa e dal direttore sportivo Sandro Turotti: pur tra tante difficoltà e sempre troppe solitudini, va avanti. Lo incarna la serietà di Javorcic, la sua scrupolosità così in armonia con la passione. Lo trasmettono i tigrotti che vengono da lontano e coloro che si sono accostati ora.
Nell’inverno del 2019, la stessa partita, ma allo Speroni, fu mitica per tanti fattori. Ritrovavamo questa squadra e la sua storia, scendeva una neve amica su Busto e i tigrotti eseguirono un ordine con glaciale furia: sconfiggete la capolista.
Nessuno di noi avvertiva il freddo, non dobbiamo rabbrividire nemmeno ora che riapre un campionato con nuove incertezze più grandi di noi.
Javorcic ci ha promesso che ci aiuterà ad affrontare questa stagione di vita, con la sua, la nostra Pro Patria. Noi gli crediamo. Saremo in campo, consapevoli e decisi, senza perdere la naturalezza. Quella di volere bene alla Pro, starle a fianco, farla sentire unica com’è e condividere i sogni, che non conoscono distanza.