Varese - 20 gennaio 2020, 13:01

IL RICORDO DEL PIGIO. Tra Anastasi e Varese fu amore a prima vista: «Contento di andare a Torino? A metà...»

In un libro l'articolo del giornalista varesino Giancarlo Pigionatti svela alcuni eccezionali aneddoti sulla leggenda biancorossa. «Venne a Varese perché Casati perse un aereo. Borghi lo cedette alla Juve con un ingaggio di trenta milioni, ma lui fu contento a metà: la Città Giardino ce l'aveva sulla pelle»

Anastasi con Sandro Mazzola il 25 febbraio 1968 all'ingresso in campo a San Siro (foto dal volume "La Storia di Varese" edito da Nicolini per l'Università dell'Insubria)

Anastasi con Sandro Mazzola il 25 febbraio 1968 all'ingresso in campo a San Siro (foto dal volume "La Storia di Varese" edito da Nicolini per l'Università dell'Insubria)

Tra i tanti ricordi di Pietro Anastasi ce n’è uno che forse rappresenta in modo più autentico e intimo la leggenda biancorossa, perché raccolto proprio negli anni del Grande Varese da un giornalista che il calcio e non solo l'ha vissuto su tutti i campi, con competenza e passione. Lo si può ritrovare nel volume dedicato allo sport de “La storia di Varese” edito da Nicolini per l’Università dell’Insubria e a scriverlo è il giornalista varesino Giancarlo Pigionatti

E' un lungo servizio quello dedicato dal "Pigio" a Pietro Anastasi e al suo Varese «raccontato con l’orgoglio di un’orgogliosa appartenenza», in cui si scopre che il giovane attaccante siciliano «scoprì Varese per un capriccio del destino – racconta Pigionatti - Era la domenica di Pasqua del 1966, si giocava Catania-Varese e il nostro general manager, Alfredo Casati, dopo la partita perse l’aereo per tornare in città. In albergo fu convinto da un cameriere, ammiratore di Anastasi, ad assistere l’indomani a Massiminiana-Paternò». 

Fu così che notò Pietruzzu e in estate lo portò a Varese: «Tra Anastasi e la Città Giardino fu amore a prima vista». E ancora: «Guadagnava due milioni di lire all’anno, uno al girone di andata e uno a fine stagione, cifre raddoppiate con i premi partita». I milioni divennero trenta con l’ingaggio alla Juventus che lo strappò all’Inter attraverso «una brillante operazione commerciale di Giovanni Borghi che ottenne dalla Fiat una potente commessa per componenti di frigoriferi».

Per capire il personaggio Pigionatti gli fece la domanda delle domande: "Sei felice di andare a Torino?". «A metà - rispose - per dover lasciare Varese e traslocare con moglie e pargoli in una città nuova e un po’ austera. Perché Anastasi non s’è mai sentito un varesino di adozione, la sua è una scelta di vita e non per amore di sua moglie che lo avrebbe seguito in capo al mondo. La Città Giardino gli è rimasta nella pelle».

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