Uno dei tre Cori Europei più Blasonati per ricordare il maestro Celestino Zonca. È stato scelto il Coro Tre Pini di Padova per la serata di ricordo per il maestro e fondatore del Coro Alpino Sestese. L'appuntamento è per sabato 7 dicembre alle 21 alla chiesa dell'Abbazia di Sesto Calende.
Quello ospite a Sesto sarà un coro, tra i più importanti del panorama europeo, a cui Tino-Celo era legato a "doppia mandata": da una parte perché ne riconosceva la brillantezza del canto e delle voci dei suoi componenti, dall'altra per la stima nutrita nei confronti del maestro Gianni Malatesta (direttore e fondatore del coro di Padova) riconosciuto come il più grande armonizzate dei tempi. Conoscenza consolidata nel tempo, divenuta amicizia tra i due cori e i rispettivi direttori che nel tempo hanno avuto il piacere di trovarsi in diverse occasioni tra cui il 40° anno di fondazione del coro di Sesto.
Sarà quindi un concerto di Natale, in un clima di bontà di speranza e di solidarietà, caratteristiche che hanno contraddistinto lungo il suo cammino il maestro Zonca che del suo coro ne fece una ragione di vita. «Un concerto gioioso - scrivono dal Coro Alpino Sestese - perché il ricordo non deve essere rimpianto ma lo slancio per continuare ciò che nel 1957 creò, quasi per scommessa, il "cantastorie dallo sguardo trattenuto in penombra"(così lo definì un altro grande della musica corale, Bepi De Marzi) Una serata che sappia tener viva l'importanza della figura di un cittadino sestese che con assoluto spirito di gratuità e la sua umiltà ha sempre portato alto il nome della sua Città di cui andava tremendamente fiero: Sesto Calende Calende, sia attraverso il suo coro che attraverso altre compagini musicali».
Un evento che per scelta del direttorio artistico vede l'apertura con tre brani di musica classica eseguite dall'orchestra "Note in Corso", un'ensable di giovani musicisti dei percorsi musicali del Centro Studi Angelo Dell' Acqua. «Tino amava la musica - continuano dal Coro Sestese - in ogni suo genere e la sua formazione di accademico gli aveva permesso di spaziare dalla classica al jazz, passando per la musica sacra a quella popolare senza dimenticare quella che lui definiva "ricreativa". Era convinto dell'importanza della musica per i giovani e dei giovani per la musica: ecco il perché di affidare a dei giovani orchestrali l'apertura della serata. Ma la serata promette buona e bella musica la stessa che Celestino ha lasciato come eredità al Suo Coro, ai Suoi Ragazzi e alla sua Sesto Calende».
SU