Politica - 27 novembre 2019, 15:32

L'eurodeputata Tovaglieri presenta un'interrogazione alla commissione Europea in merito alla Plastic Tax

La Lombardia è la regione più colpita con il 35% della produzione e un addetto su tre impiegato nel settore plastica. L'europarlamentare bustocca della Lega chiede un impegno strategico e finanziario per un'economia sostenibile salvaguardando i posti di lavoro.

L'eurodeputata Tovaglieri presenta un'interrogazione alla commissione Europea in merito alla Plastic Tax

L’eurodeputata della Lega Isabella Tovaglieri, membro titolare della commissione ITRE-Industria, Trasporti, Ricerca ed Energia del Parlamento Europeo, ha presentato un’interrogazione alla Commissione Europea per chiedere un impegno strategico e finanziario dell’Europa sul tema della plastica.

«La plastic tax non ha alcuna finalità ambientale o di riconversione industriale - dichiara l’on. Tovaglieri - ma ha il solo obiettivo di reperire risorse per fare cassa, mettendo in seria difficoltà un settore manifatturiero strategico per il nostro Paese, secondo in Europa solo alla Germania».

La Lombardia, dove un lavoratore su tre è impiegato in questo settore, è la regione che risentirà più delle altre della tassa sulla plastica. Il territorio lombardo copre infatti da solo il 35% del mercato italiano della produzione di plastica, seguito dal Veneto (15%) e da Piemonte (10%) ed Emilia-Romagna (10%).

«In questo momento difficile per le economie europee, chiediamo alla Commissione che si attivi non con misure di facciata ma per supportare il nostro Paese e l’Europa intera verso una riduzione della plastica e una riconversione tecnologico-produttiva indirizzata allo sviluppo sostenibile – conclude l’eurodeputata. – Si tratta di obiettivi importanti per il nostro futuro che devono però essere raggiunti senza gravi ripercussioni sulle imprese e sui posti di lavoro».

Sulla base delle stime del settore industriale, l’introduzione della plastic tax colpirebbe in Italia 2000 imprese e 50.000 addetti e si tradurrebbe in un aumento del prezzo di prodotti di larghissimo consumo, soprattutto ai danni dei consumatori a più basso reddito, con due effetti negativi: un impatto sulla spesa delle famiglie italiane e un ulteriore indebolimento della domanda interna.

Ma soprattutto la nuova tassa, facendo lievitare il costo della plastica per l’intera filiera produttiva, drenerebbe importanti risorse frenando gli investimenti per lo sviluppo sostenibile e per completare la transizione verso l’economia circolare, senza peraltro cambiare le abitudini di utilizzo e riciclo dei materiali, anzi metterebbe a repentaglio anche il sistema dei consorzi per la gestione e il riciclo degli imballaggi, che da più di vent’anni ha consentito al nostro Paese di raggiungere tutti gli obiettivi europei.

Infine non va dimenticato il pesante impatto sull’occupazione, come hanno segnalato a più riprese i sindacati dei lavoratori del settore.

Secondo le Associazioni Europee dell’Industria della Plastica, riunitesi di recente a Düsseldorf, la plastic tax comprometterebbe inoltre il raggiungimento dell’ambizioso obiettivo di 10 milioni di tonnellate di plastica riciclata immessa sul mercato comunitario, fissato per i prossimi anni dalla Commissione Europea. Secondo il Presidente delle European plastics industry associations, Renato Zelcher, l’obiettivo può essere raggiunto solo attraverso investimenti, non con divieti o tasse.Queste ultime potrebbero infatti generare un pericoloso effetto domino sull’intera economia, «mettendo in pericolo posti di lavoro in un momento in cui in Europa si confronta con il rischio recessione».

Nell’interrogazione presentata dall’on. Tovaglieri si chiede alla Commissione di incentivare la piena sostenibilità della transizione verso un’economia circolare, supportando la competitività delle imprese europee ed evitando di porre ulteriori oneri su aziende e lavoratori; rendere disponibili strumenti finanziari per favorire e accelerare la ricerca e lo sviluppo di materiali più sostenibili e meno impattanti della plastica; studiare l’impatto sugli aspetti occupazionali legati alla transizione, in vista degli obiettivi del 2030 indicati nella EU Strategy for plastics in a circular economy.

TESTO INTERROGAZIONE

Il recente tentativo del governo italiano di introdurre una “plastic tax” ha generato critiche unanimi sia dei produttori che dei sindacati: in particolare, secondo questi ultimi, la nuova tassa, a fonte di effetti trascurabili andrà a colpire un comparto di 2.000 imprese e ben 50.000 addetti, oltre a ripercuotersi su tutti i consumatori finali. - Come può la Commissione Europea incentivare la piena sostenibilità della transizione verso un’economia circolare supportando la competitività delle imprese europee ed evitando, nel contempo, di porre ulteriori oneri su imprese e lavoratori? - Considerando la necessità di ridurre la quantità di plastica e di aumentarne il riciclaggio, quali specifici strumenti finanziari la Commissione intende mettere a disposizione per favorire e accelerare la ricerca e lo sviluppo di materiali più sostenibili e meno impattanti, incluse le plastiche stesse? - Il settore della plastica rappresenta un valore aggiunto a livello europeo sotto molti profili, non da ultimi quelli occupazionali. In vista degli obiettivi del 2030 indicati nella EU Strategy for plastics in a circular economy la Commissione sta pensando a uno studio d’impatto sugli aspetti occupazionali che la transizione comporta, per contemperare transizione e tutela dei posti di lavoro?


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