- 25 febbraio 2022, 09:00

STADIO APERTO. Carmelo Dato alla sua Pro Patria: «Io avevo in mente che nessuno mi poteva superare. Ragazzi, non guardate in faccia a nessuno»

Lo storico tigrotto (nove stagioni con la maglia biancoblù) sprona la squadra: «Giocatevela a viso aperto. Non rimuginate, avanti con allegria e concentrazione. Date tutto e il pubblico di Busto lo riconoscerà». Le vittorie, le sconfitte che insegnano, i mister (tra i quali uno con i baffi che lo faceva diventare un leone). GUARDA LA PUNTATA

Carmelo Dato a Stadio Aperto

Nove anni, «tante vittorie, qualche sconfitta, che ti fa crescere, ho fatto 4 playoff (di cui tre persi) per la mia Pro Patria e ai tigrotti dico oggi: non mollate, date tutto, il pubblico ve lo riconoscerà».

Carmelo Dato è uno dei giocatori biancoblù più amati: la sua vita sportiva è intrecciata a Busto per le presenze, ma ancor più per lo spirito. "Melodato", «mi chiamavano tutti Melo come uno di famiglia sì». A Stadio Aperto è intervenuto per rincuorare i tigrotti dopo la sconfitta contro la Juve U23 e spronarli verso una partita importantissima, come quella contro il Legnago domenica prossima. 

È una lezione di sport e vita, quella che offre Carmelo: «Mi amavano, mi amano ancora, perché davo il massimo. Entravo e sudavo. Questo bisogna fare. E poi, mi riferisco anche a quello che hanno passato i tigrotti ad Alessandria mercoledì, non bisogna rimuginarci poi ma andare avanti». Serve un po' di allegria, assicura. Serve concentrazione e bisogna andare a cercarsela.

Quando Daniele De Grandis gli cita la partita contro il Genoa, Melo si illumina. C'erano grandi giocatori e forza di volontà, sì, soprattutto una mentalità: «Non avevamo niente di meno del Genoa. Ecco, questo io avevo in mente quando scendevo in campo. Che nessuno mi poteva superare. Ragazzi, non guardate in faccia a nessuno, non temete nessuno».

Carmelo Dato ripercorre la sua carriera («La partita più bella contro il Cesena, la più brutta quella contro la Triestina ai playoff, mi brucia ancora»), una sua doppietta che lo ha caricato, il sapore del derby e i mister - quasi - tutti apprezzati. Ce n'è però uno che lo motivava con una forza che nessuno possedeva, uno con i baffi, anzi per la precisione il Baffo. «Alberto Vanetti - sorride vedendo una vecchia foto - Aspettavo il momento in cui si aggrappava alla rete e diventavo un leone come diceva lui».

Ecco allora i consigli ai giovani e ai senatori, la raccomandazione al pubblico di sostenere questi ragazzi. Tutto in una puntata che vuole essere un grande abbraccio ai tigrotti. «Forza, per la mia Pro Patria». A proposito, Melo: buon compleanno e avanti tutta a te. 

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Ma. Lu.