- 01 marzo 2022, 22:34

La fumata bianca è (quasi) completa. Al "sessantottino" Sala il compito di rivoluzionare la marcia di questa Pro Patria

Da vice di Javorcic e Prina (esonerato nella giornata di oggi) ad allenatore dei tigrotti. Una scelta nel segno della continuità, ma non troppo: in suo aiuto nella missione salvezza un'altra figura che significa fiducia, Beppe Le Noci. Sostituito anche il preparatore atletico Bortolan

Massimo Sala e Luca Prina

Mancavano gli ultimi tasselli per il cambio nella parte tecnica, quella che guiderà e preparerà la Pro Patria in questo rush finale di campionato. Sono arrivati al termine di una giornata intensa, impastata di voci, notizie, prudenza della società biancoblù nel confermare l'evoluzione sul fronte panchina e non solo. Questa sera, ultima fumata bianca della società anche dopo il confronto con il direttore sportivo Sandro Turotti e il presidente Domenico Citarella. Di qui la comunicazione ufficiale, eseguita solo ora per il rispetto di tutte le persone coinvolte.

Alla fine - arriva anche la comunicazione ufficiale - è Massimo Sala la figura che allenerà i tigrotti. Il vice di Luca Prina, esonerato oggi, ma anche il secondo di Javorcic negli scorsi anni: parlare di continuità dunque è vero e allo stesso tempo ha un significato meno scontato. Si è puntato allora su un mister come Sala, che bene conosce la Pro di oggi e di ieri e potrebbe rappresentare un'iniezione di fiducia, più che una rivoluzione tattica (ma sarà lui a dimostrare ciò che vorrà portare). Con il supporto di Beppe Le Noci, altra figura strategica per trasmetterla, quella fiducia.

Quando si cambia una figura al vertice, di solito si opera allo stesso modo con i suoi uomini e così è stato, anche in quest'occasione. Viene dunque sostituito il preparatore atletico Stefano Bortolan. La società ringrazia sia Prina sia Bortolan e augura loro il meglio. Nelle prossime ore gli aggiornamenti anche sul nuovo preparatore. 

Il lungo addio

Che l'esonero di Prina fosse in arrivo, era stato dato per sicuro da più parti. Non da ieri. Addirittura, si era sussurrato di quest'eventualità lo scorso autunno, dopo un avvio di campionato non promettente. Ma allo stesso tempo cambiava lo scenario societario e catturava l'attenzione totale, con i suoi sussulti.

Del resto, il finale del 2021 lasciava sperare in una Pro rivitalizzata. La vittoria contro la Pergolettese e la bella figura ritagliata contro l'Albinoleffe confortavano. Ci si era lasciati con l'idea che il 2022 potesse essere l'anno della svolta sul campo. Finché sono tornati i vecchi schemi, ma non solo tattici: i secondi tempi in calo, i pareggi eccessivi e le sconfitte inspiegabili come quella contro la Pro Sesto. 

Prina lascia una squadra al quintultimo posto della classifica, con 29 punti. L'ultimo risultato, il pareggio di domenica scorsa contro il Legnago, un punto che però lasciava profondo disagio, considerando che si trattava del fanalino di coda e i tigrotti erano andati in vantaggio nel primo tempo. Un problema che si era manifestato più volte in campionato, appunto, quello di farsi riagganciare durante una partita nella ripresa.

Mercoledì scorso, invece, la Pro aveva perso contro la Juve U23, dopo aver riportato un pareggio di ben altro sapore - molto più gustoso, insomma - contro il Südtirol. Prima ancora, il pesantissimo 0-3 inferto dalla Pro Sesto.

L'ultima vittoria

L'ultima vittoria biancoblù è stata 16 giorni fa in casa della Verona Virtus: allora in panchina c'era Sala, peraltro come nell'ultimo match dello Speroni vista la squalifica di Prina.  Allo stesso modo, Sala faceva le veci di Prina domenica scorsa, nel deprimente 1-1 con il Legnago. Dal suo intervento post partita però era facile intuire - anche a chi non coglieva i movimenti in panchina - come le scelte non fossero state sue

Non è giusto, tuttavia - e lo fa notare anche qualche tifoso, con onestà intellettuale - attribuire ogni colpa di questo andamento a Prina. Che ha avuto a disposizione una squadra in campo diversa da quella tracciata idealmente, causa soprattutto infortuni. Né si può sapere quanto impatto abbiano avuto le vicissitudini societarie su un gruppo, per anni abituato alle certezze dell'era Testa. Adesso, peraltro, non c'è ancora stato l'annuncio di una soluzione sulla questione che vede contrapposta la presidente onoraria e il consorzio Sgai, detentore delle quote di maggioranza.  

La squadra, però, deve affrontare l'ultimo, delicato periodo della stagione. Lo farà con una guida diversa, questo è stato decretato dalla società. 

«Non voglio inventare nulla, ma avrò feroce concretezza. Porterò qualcosa di migliorativo, ma figlio del percorso di questi anni. Ho una grandissima fame» furono le prime parole del mister biellese lo scorso 23 giugno, quando ci fu la sua presentazione ufficiale (LEGGI QUI) alla guida della Pro. Tra le imprese di Prina c'era stata la promozione dell'Entella in B.

Un sessantottino

Figlio del percorso di questi anni, è senz'altro Sala. Il sessantottino (compie 54 anni a dicembre) porterà una rivoluzione nella squadra? Magari gentile, cioè capace di trarre spunto anche da quella continuità che contraddistingue il suo cammino biancoblù?

La prima sfida che dovrà affrontare con i tigrotti non è proprio in tono minore:  domenica contro la Pro Vercelli. Ma in questo campionato, nessuno è da sottovalutare, come da temere. Tranne se stessi, i peggiori nemici se non si è nella condizione migliore

E i tigrotti non lo appaiono da tempo. Pur (s)battendosi, non mostrano una visione finalizzata del gioco. I ruoli mutati potevano essere esperimenti accettabili all'inizio, persino interessanti, oppure solo forzati dagli infortuni, ma poi si pagava un conto pesante.

In partite come domenica scorsa contro il Legnago, l'errore di difesa che ha portato al gol ci poteva stare. Un po' meno la scarsa convinzione davanti alla porta di giocatori anche navigati. Incertezza o segno di disagio?

Di certo c'è solo che oggi la Pro Patria sostituisce Prina. Che prova un nuovo corso, basandosi su un uomo - anzi due - che conosce bene. La speranza è che Sala riesca a cambiare il ritmo di marcia di questi tigrotti. La certezza è che bisogna avere rispetto di tutti: anche di chi ci ha provato.

Marilena Lualdi