Oltre alle consuete, a tratti estenuanti, trattative tra maggioranza e opposizione, questa volta ci si è messo anche un problema tecnico a rallentare i lavori del Consiglio regionale lombardo che, tra martedì e venerdì, ha affrontato la sessione di bilancio, durata un giorno in più del previsto.
I lavori dell’assise, iniziati martedì mattina, si sono conclusi qualche minuto dopo le 18.30 di oggi, quando la manovra finanziaria regionale da 34 miliardi per il triennio 2026-28 (leggi qui) è stata approvata con 48 voti favorevoli e 21 contrari.
Botta e risposta tra maggioranza e minoranza. Il centrosinistra ha contestato alla controparte gli emendamenti troppo territoriali, anzi «condominiali». Ma il centrodestra ha rivendicato la «vicinanza ai territori e alle piccole comunità».
La maratona
Molto, nei primi tre giorni, è accaduto al di fuori dell’aula consiliare di Palazzo Pirelli. Le trattative tra le parti, iniziate in salita, si sono sbloccate mercoledì sera e sono state perfezionate l’indomani. Quando, però, si è verificato un blocco del server: un problema del “Pem”, il portale di digitalizzazione degli atti, ha costretto a posticipare a questa mattina l’inizio delle votazioni.
Il vaglio di tutti gli emendamenti e degli ordini del giorno si è così concentrato interamente nella giornata di oggi. E ha richiesto, dichiarazione di voto comprese, oltre otto ore, sebbene, dopo il raggiungimento dell’intesa sulle risorse concesse alla minoranza per i temi da loro considerati prioritari, migliaia di documenti ostruzionistici fossero stati ritirati in blocco.
Opposizione delusa e compatta
Più volte, nel corso del dibattito, la minoranza ha contestato gli emendamenti specifici dei collegi di maggioranza, parlando, in sostanza, di interventi “spot” dedicati a piccoli progetti per i territori di provenienza. «Neanche in un Comune di piccole dimensioni si fanno emendamenti così», aveva protestato nei giorni scorsi il vicepresidente dell’assise Emilio Del Bono, esponente di spicco del Partito Democratico lombardo.
«Emendamenti nemmeno territoriali, ma condominiali», la definizione di Lisa Noja di Italia Viva, che nel suo intervento che ha preceduto il voto ha citato come esempio emblematico quello firmato dal governatore Attilio Fontana (in quel momento presente al Pirellone ma fuori dall’aula) relativo al nuovo polo culturale di Lozza che verrà dedicato a Roberto Maroni (leggi qui). Contestando che la cifra stanziata per questo progetto sia superiore a quella che le è stata “accordata” per aumentare i fondi per la vita indipendente delle persone con disabilità. Per questo ha votato contro l'emendamento – peraltro diversamente dal resto dell’intera assise – e contro tutti quelli analoghi.
Un giudizio critico ha accumunato gli interventi di tutti i gruppi di minoranza (Pd, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi Sinistra, Patto Civico e Italia Viva), che nella quattro giorni hanno inscenato un paio di proteste in aula con striscioni (sulla situazione dell’ospedale San Raffaele) e cartelli.
«State portando la Lombardia in una direzione sbagliata», il rimprovero al centrodestra il capogruppo pentastellato Nicola Di Marco, che ha rivendicato la ricostituzione del fondo sostegno-affitti e l’impegno per la legalità, a partire dalla riqualificazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata.
«Regione Lombardia conferma una direzione di marcia che scommette su una gestione piccina del potere e sull’incapacità di affrontare alcuni grandi nodi», l’accusa del capogruppo dem Pierfrancesco Majorino, che ha denunciato «l’assenza di politiche strategiche per il riscatto delle persone e l’inclusione di chi ha meno rispetto a chi ha di più».
Annunciando che il lavoro corale dell’opposizione proseguirà attraverso «un’azione continua che rappresenta il cuore di un’alternativa futura che vogliamo mettere a disposizione di questi territori. Non astrattamente, ma con temi concreti».
Dopo una frecciata a Fontana («L'altro giorno era al bar a fare un aperitivo ma avrebbe dovuto stare in aula») ha attaccato la maggioranza su «case popolari inutilizzate» e trasporti.
La soddisfazione della maggioranza
Ovviamente diversa la lettura emersa dai banchi del centrodestra. Fabrizio Figini (Forza Italia) ha parlato di «bilancio di responsabilità e stabilità», rimarcando l’impegno a «mantenere invariata la pressione fiscale».
Secondo Alessandro Corbetta, l’opposizione si è dovuta «arrampicare sui vetri» (lo ha detto in dialetto) per motivare il voto contrario a una manovra da 34 miliardi che vede al suo interno «stanziamenti importanti per la sanità, trasporti, Comuni e Province in ottica federalista, sviluppo economico», invocando poi «maggiore autonomia» per la Lombardia.
«Facile votare a favore di questo bilancio – la replica alla minoranza del capogruppo di Fratelli d’Italia Christian Garavaglia – dove vediamo scelte incisive verso lo sviluppo economico (con investimenti per distretti del commercio e start-up) ma anche sociale. Regione Lombardia torna a investire con l’equilibrio dei conti senza creare nuovo debito».
Rispetto alle critiche delle minoranze sugli emendamenti, ha rivendicato la vicinanza a «territori e piccole comunità. Noi siamo felici di dare una mano alle amministrazioni locali che hanno bisogno di risorse. Chissà perché i piccoli comuni non piacciono a tutti». Quindi l’invito a ritrovarsi tutti insieme al bar per un brindisi e un aperitivo. Contro-frecciata a Majorino, evidentemente.
Dopo la soddisfazione espressa dall’assessore al Bilancio Marco Alparone, esponente di Fdi e vicepresidente regionale, finalmente, il voto. Il tabellone fotografato da diversi consiglieri di maggioranza recita 48 voti favorevoli e 21 contrari. Il bilancio di previsione è approvato.