Calcio - 26 ottobre 2025, 20:38

VIDEO. Roselli, l'essenza del vincente: «Il Vado ha sempre avuto squadre importanti, ma a metà anno era già lontanissimo dal vertice. È il "sistema" a dover funzionare»

Dopo il 3-1 al Varese le parole del tecnico della capolista racchiudono lo spirito di chi conosce la strada da percorrere per arrivare al traguardo: «È incredibile la velocità con cui il calcio ti porta alle stelle o ti massacra: l'importante è capirlo tutti assieme. Oggi contro il Varese potevamo essere sotto 2-0 dopo venticinque minuti ma questi ragazzi, anche dopo "certi" confronti, hanno imparato a ragionare come un unico giocatore e non come 25 teste o guardando al proprio orticello»

Giorgio Roselli, 68 anni di carisma e di puro spirito vincente

Se ce ne fosse ancore bisogno, basterebbero queste parole di Giorgio Roselli dopo il 3-1 al Varese (QUI la cronaca e QUI le parole di Ciceri) per capire perché è un allenatore vincente e un uomo vero. Un allenatore che ogni squadra che punta a un grande obiettivo vorrebbe o dovrebbe avere.

«Il Vado ogni anno ha fatto squadre importanti ma, al di là degli allenatori, tutti sicuramente meritevoli, non lottava fino alla fine per vincere, cioè quello che per me conta. Rimanere spesso lontanissimi dal vertice a metà campionato significa che il "sistema", non i singoli allenatori o i giocatori, funzionava poco: quello che vogliamo noi, invece, è che questa volta funzioni e, una volta successo, vedremo se le nostre qualità basteranno o se dovremo fare i complimenti a chi sarà stato più bravo di noi o avrà avuto più fortuna».

«Se qualcuno pensa che adesso perché le cose stanno andando benissimo sia tutto facile, saremmo già "finiti" prima di dover fare il lavoro che ci aspetta. È incredibile la velocità con cui il calcio ti porta alle stelle e ti massacra: l'importante è capirlo, e capirlo tutti assieme e tutte le settimane, migliorare passo dopo passo. Oggi contro il Varese potevamo essere sotto 2-0 dopo venticinque minuti, sarebbe stata dura riprendere la partita anche psicologicamente».

«Questi ragazzi non mollano mai, reagiscono allo svantaggio con la testa e capiscono quando possono ribaltare le partite. Confronti con i miei giocatori? Spesso mi è successo perché ci sono abitudini che portano a fare le cose che piacciono, noi invece dobbiamo ragionare come un insieme fatto da 25 giocatori e da una società. Se ragioniamo così, con una testa unica, e ognuno non guarda al proprio orticello, potremo provare a lottare fino in fondo come abbiamo fatto fin qui. Il mio compito è far capire che individualmente gli allenatori o i giocatori non vincono niente: se li compatti in un "tutto" e hai qualità, invece, può accadere».

 

L.T. - A.C.


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