Territorio - 04 settembre 2025, 10:27

Al via il 1° "Gidro" d'Italia: da Venezia a Gallipoli in idrovolante e c'è anche la provincia di Varese

Protagonisti del tour dodici aerei anfibi impegnati in un viaggio di circa 2mila chilometri suddivisi in otto tappe da percorrere in 17 giorni. Alla cerimonia di partenza anche una delegazione varesina guidata dalla sestese Hangar Italy: «Auspichiamo che nel 2026 il nostro territorio possa diventare sede di tappa, ad esempio Sesto Calende o Luino vista la loro tradizione nel settore»

Al via il 1° "Gidro" d'Italia: da Venezia a Gallipoli in idrovolante e c'è anche la provincia di Varese

È pronto a decollare dal suggestivo scalo del Nicelli di Venezia il 1° GIDRO D’ITALIA, il Giro d’Italia in Idrovolante. Un evento unico che vedrà protagonisti 12 aerei anfibi, impegnati in un viaggio di 2.000 chilometri, suddivisi in 8 tappe e percorsi in 17 giorni, da Venezia fino a Gallipoli.

Alla cerimonia di partenza, che vedrà la partecipazione di numerose autorità, sarà presente anche una delegazione della provincia di Varese, guidata dalla sestese Hangar Italy. La coincidenza con il centenario dell’impresa di Francesco De Pinedo aggiunge valore all’iniziativa. Nel 1925, infatti, l’aviatore partì da Sesto Calende con il piccolo idrovolante S.16bis “Gennariello”, raggiungendo l’Australia e il Giappone in una delle trasvolate più celebri della storia.

Non a caso la Provincia di Varese, conosciuta come “la Provincia con le Ali” e “Terra dei Laghi”, guarda con attenzione a questo appuntamento. 

«L’auspicio - spiega Marco Limbiati di Hangar Italy - è che già nell’edizione 2026, su cui gli organizzatori sono al lavoro, il territorio possa candidarsi come sede di una tappa. Due i luoghi naturali per accogliere l’evento: Sesto Calende, culla della tradizione idrovolantistica con la storica SIAI Marchetti, che potrebbe valorizzare il Parco Europa riportandolo alle origini e Luino, già sede di seminari dedicati al volo anfibio e attiva sul fronte culturale. Per la provincia di Varese, l’idrovolante rappresenta non solo memoria storica e cultura industriale, ma anche una risorsa per un turismo intermodale e sostenibile, oltre che uno strumento di controllo e tutela del territorio lacuale». 

C.S.

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