Proseguiamo il nostro approfondimento sul tema dei bias cognitivi, che abbiamo definito come “risposte automatiche e innate del nostro cervello”, costruite durante l’evoluzione umana come reazione agli stimoli esterni di pericolo per garantire la sopravvivenza; delle “scorciatoie” per rispondere - più velocemente e automaticamente - a determinati stimoli. Scelte che, dunque, sono “irrazionali”: ecco perché dobbiamo conoscerle per… evitarle, soprattutto se parliamo dei temi che qui dibattiamo, ovvero quelli del risparmio, degli investimenti, della pianificazione finanziaria.
Dopo aver trattato il bias dell’ancoraggio, trattiamo oggi il bias della conferma (confirmation bias). Per farlo, partiamo da una citazione del filosofo inglese sir Francis Bacon: «Quando una persona matura un’opinione, tenderà a considerare unicamente tutte le prove che la rafforzano o a interpretarle in modo funzionale ai propri obiettivi; e, anche di fronte a tanti elementi che ne contraddicono le opinioni, tenderà a ridurne o addirittura a negarne l’esistenza».
IL RISCHIO DELLA COERENZA
Quanto appena letto spiega perfettamente il bias della conferma, che si basa sulla tendenza a cercare, interpretare e ricordare le informazioni che confermano le proprie convinzioni preesistenti, rifiutando al contrario quelle che le contraddicono. Una situazione ancor più esasperata, oggi, dai motori di ricerca e dai social network, i cui algoritmi raccolgono le nostre preferenze e ci ripropongono contenuti e informazioni affini, che continueranno dunque a rafforzare le nostre tesi senza invitarci ad “ascoltare un’altra campana”. Insomma, sovraesponendoci, ancor più di quanto già non faccia “in automatico” la nostra mente, al confirmation bias.
In alcuni “settori” è molto facile da rilevare, pensiamo a quello politico o a quello sportivo. Non altrettanto, invece, accade per quanto riguarda l’oggetto della nostra esplorazione - il campo dell’investimento, del risparmio, della pianificazione finanziaria - in cui il bias della conferma tende ad influenzare le decisioni in diverse fasi del processo di investimento.
Facciamo un esempio. Una persona decide di investire su un titolo, o su un’azienda, convinto che possano performare. Inconsciamente, nell’andare alla ricerca di conferme, darà più peso a quelle che rafforzando la sua convinzione e bollerà come “non vere” quelle che invece potrebbero confutare la sua tesi. Il problema è evidente, perché si va incontro al rischio di auto-rinforzare la propria idea, ma senza avere un (necessario) spirito critico in merito.
Questo accade poiché il cervello umano e la nostra società tendono a ritenere la coerenza un valore e questo “essere coerenti” ci fa sentire meglio, poiché - appunto - fa rispettare un valore condiviso. Il discorso è valido (e nobile!) in certi contesti, ma non è sempre perfetto: in ambito finanziario, infatti, la coerenza è un valore solo nel momento in cui essa è supportata da un’analisi continua, che rimette ogni volta in dubbio le ipotesi iniziali per poi andare, eventualmente ma non per forza, a confermarle; non, come è facile a mente lucida capire e ritenere, se la conferma segue un processo a-critico.
COME AFFRONTARE IL BIAS DELLA CONFERMA?
Il primo passo per affrontare il bias della conferma, sembrerà banale, ma è riconoscerne l’esistenza. Un investitore dovrebbe impegnarsi attivamente nel cercare e valutare informazioni che mettano in discussione le sue convinzioni, inclusi punti di visti contrastanti e dati che potrebbero smentire le ipotesi iniziale.
Un altro importante strumento è la diversificazione del portafoglio, poiché investire una varietà di asset e settori riduce la dipendenza da una singola tesi di investimento. Ovviamente, infine, il rapporto e il dialogo con un esperto finanziario è l’ulteriore opportunità per ottenere prospettive più oggettive.
L’obiettivo deve sempre essere quello di adottare un approccio basato sull’evidenza, valutando in modo critico ogni informazione prima di prendere decisioni finanziarie che massimizzino le opportunità di guadagno nel lungo termine.