Gallarate - 04 gennaio 2022, 18:11

Gallarate: i "tamponandi" otturano viale Milano

Circolazione ancora paralizzata, soprattutto al confine con Busto. Il direttore sociosanitario di Asst: «Evitare i tamponi inutili e armarsi di pazienza». Le incognite sulla viabilità legate alla partenza dei saldi e alla piena ripresa delle attività, lavorative e scolastiche

Tamponi uguale code: a Gallarate, il centro attivato all’ex deposito dell’Aeronautica ha quasi paralizzato il traffico lungo viale Milano. Di nuovo. E oggi, contrariamente a ieri, c’erano gli agenti della Polizia Locale a fare di tutto per rendere più fluida la circolazione stradale. Niente da fare: auto incolonnate e pressoché ferme. Imbottigliate in uscita da Gallarate. Imbottigliate (peggio) in arrivo dall’autostrada e dalla confinante Busto Arsizio.

Nota positiva: fonti sanitarie, nazionali e locali, individuano nel periodo a cavallo del 10 gennaio il picco epidemiologico. Nessuno ha sottomano la sfera di cristallo ma, in teoria, la “fame di tamponi” che ingolfa la viabilità tra Gallarate e Busto dovrebbe alleviarsi, nell’arco di qualche giorno. Preoccupazioni: in tanti, oggi sono altrove per le feste. Che cosa succederà alla ripresa piena delle attività lavorative, il 10 gennaio? Con la riapertura delle scuole? E all’arrivo dei saldi? L’arteria su cui confluiscono, già oggi, centinaia di veicoli in più rispetto al traffico considerato normale (molto intenso) potrebbe dovere fare i conti con un’affluenza “Hors catégorie”: su viale Milano c’è un centro commerciale via l’altro.

L’esperienza odierna. A metà mattinata, per percorrere cento metri allo svincolo tra Busto e Gallarate ci è voluta circa un’ora. Rari segnali di nervosismo da parte dei guidatori, evidentemente rassegnati. Auto lasciata in sicurezza lungo il tragitto per scattare qualche foto. E si viene richiamati da una dei pochi residenti nell’area, in compagnia della nipote. Non si capacitano, nonna e bambina, del traffico paralizzante. «La cosa peggiore – sottolinea la signora – è che tante auto tornano indietro. Vedono che la coda non si muove e fanno inversione, anche in corrispondenza della striscia continua. Solo che, dall’altra parte, le auto arrivano. Spedite. È pericolosissimo».

Alla rotatoria che segna l’ingresso di Gallarate, provenendo da Busto, un paio di vigili provano a regolare un traffico che… non si muove. Automobilisti scendono dai mezzi per capire che cosa (non) succede. Nessuno li incoraggia a tornare nell’abitacolo: non si muove nulla, che senso avrebbe ricorrere al clacson?

Il copione visto ieri, 3 gennaio, si ripete: all’ingresso del centro tamponi ricavato nel “Casermone” i cancelli restano aperti ben oltre l’orario programmato. Ma le auto incolonnate per accedere sono almeno il triplo rispetto alla stessa ora del giorno prima. I militari, puntuali, fanno domande e, disciplinatamente, fanno passare. E dentro? Ovviamente gli addetti di Asst lavorano oltre i termini previsti.

Contattato al telefono, il direttore sociosanitario di Asst Valle Olona, Marino Dell’Acqua, spiega: «Siamo già passati a sei linee, dalle due previste per l'avvio. Ma le prenotazioni che ci risultano sono molto meno numerose rispetto alle persone che effettivamente si presentano». Morale: per errore o “tanto per provarci”, in tanti si presentano al Casermone, intasando le vie di accesso, complicando la vita a quanti hanno una regolare prenotazione. E moltiplicando il lavoro al personale che esegue i tamponi o gestisce il flusso di veicoli in entrata e in uscita.

«La volontà – aggiunge Dell’Acqua – è garantire il servizio a tutti. Ma un appello è d’obbligo, ai medici di base e ai cittadini: evitiamo i tamponi inutili. E armiamoci di pazienza: evidentemente siamo in una situazione straordinaria, le attese vanno messe in conto».

Domani è un altro giorno. Diverso, si spera. Ma non ci si scommette.

Stefano Tosi