Il suo nome non è stato fatto esplicitamente, ma quando Matteo Bianchi ha annunciato di voler esser affiancato, nel ruolo di sindaco, da una donna tra le candidate che avevano preso più voti (leggi QUI), è parso scontato si trattasse di lei. Daniela Guffanti, 265 preferenze racimolate con la lista “Varese con Bianchi sindaco” e proveniente dalle fila di Noi con l’Italia, la realtà che fa riferimento all’assessore regionale Raffaele Cattaneo e quindi vicina a Comunione e Liberazione.
«Il mio nome non è stato fatto esplicitamente – dice subito - è stato dedotto, quindi è prematuro parlare adesso di questa opportunità. Siamo una lista unita, che ha lavorato bene fino ad oggi anche grazie all’apparto delle donne e deve continuare così perché c’è ancora il ballottaggio da vincere».
Poi si vedrà, e nel caso? «Non è una decisione che si può prendere solo in base al numero di voti – aggiunge – Nel caso, posso dire che già gestisco una piccola azienda essendo madre di sei figli, quindi il vicesindaco è un ruolo che non mi spaventa, una sfida stimolante».
Ci va coi piedi piombo, comprensibilmente. La sua nomina infatti è tutt’altro che cosa fatta perché nel proporre una donna al suo fianco, tra quelle più votate, Bianchi ha spiazzato tutti, compresi gli alleati con cui non era stato concordato nulla. Una mossa per far rientrare parte di quei voti disgiunti che lo hanno penalizzato al primo turno, e che ha un suo senso nella sostanza, ma forse non nella forma con cui è stata proposta.
Ora però non è tempo delle discussioni. Il Matteo Bianchi versione ballottaggio è determinato: «In questa fase è il candidato sindaco a decidere la strategia – dice – ci sarà tempo per sedersi intorno ad un tavolo, prima dobbiamo vincere e io non gioco a perdere».