Di necessità virtù, si dice: nei 12 mesi in cui ogni possibilità e occasione pubblica di socializzazione, scuola compresa, è stata negata dai divieti anti-virus, alcuni ragazzi se le sono create in privato.
In mancanza di spazi e di genitori accondiscendenti che permettessero ritrovi in abitazione tra una cerchia ristretta di amici, le case se le sono procurate da soli e senza sorveglianza degli adulti. Tutto chiaramente reso facile e possibile dai siti che propongono case e appartamenti in affitto a breve, brevissimo termine. Mettendo una quota ciascuno, come accadeva per prenotare i tavoli in discoteca, i ragazzi hanno dunque ricavato il budget per pagare l’affitto.
«E’ tutto molto semplice - ci spiegano - Ormai conosciamo tutte le case in affitto a Varese e dintorni e abbiamo selezionato quelle per ogni occasione». Tradotto significa che dipende dal ritrovo/festa che si vuole organizzare e dal budget a disposizione. L’unico filtro indispensabile «è che la casa sia indipendente o comunque non ci siano vicini che possano insospettirsi. Poi, se siamo in pochi si può prendere un appartamentino da 30 euro a notte, fino ad arrivare alla casa con piscina. Ma lì bisogna essere qualcuno in più perché si parla di cifre importanti». E a Varese, a quanto pare, non mancano le soluzioni di questo tipo proposte da Airbnb.
I ragazzi quindi affittano la casa, fanno la spesa e poi si ritrovano o fanno festa per il tempo concesso. Chi può si ferma a dormire, altri passano dagli amici solo per qualche ora. E i genitori lo sanno? «Alcuni sì e sono d’accordo, altri no ma l’ora d’aria si concede anche ai carcerati».