Attualità - 28 febbraio 2020, 17:14

La Regione: «Chiediamo al Governo un'altra settimana di misure restrittive per contenere il contagio, scuole comprese»

La Regione pronta a chiedere al Governo la sospensione delle scuole per altri sette giorni: domani la risposta dell'esecutivo. Gallera: «La diffusione del virus è ancora circoscritta, ma bisogna essere prudenti». Anche i medici d'accordo con le misure di contenimento. Obiettivo: rallentare l'epidemia

C'era anche il professor Paolo Grossi, infettivologo dell'Asst Sette Laghi di Varese, tra i numerosi esperti presenti alla conferenza stampa in Regione Lombardia, tenuta oggi pomeriggio per fare il punto sul contagio Coronavirus in Lombardia. A fare chiarezza sono intervenuti infatti medici e studiosi, introdotti - via video - dal presidente Attilio Fontana: «La loro presenza - ha detto il governatore - è preziosa per sgombrare il campo dal chiacchiericcio eccessivo dei giorni scorsi».

Dall'incontro è emerso che la Regione Lombardia ha chiesto al Governo di prorogare per un'altra settimana le misure restrittive emesse domenica scorsa. Tra questa anche la sospensione delle scuole (sospensione e non chiusura, ovvero il personale scolastico è in servizio e nelle scuole dove è possibile i docenti possono fare lezione agli studenti in via telematica, ndr), che il Pirellone vuole mantenere anche per i prossimi sette giorni. Adesso la palla passa quindi al Governo di Roma, che darà una risposta in merito domani.

Prima, però, ha fatto il punto della situazione l'assessore Giulio Gallera: «A otto giorni dal primo caso di Coronavirus riscontrato in Lombardia - ha detto Gallera - e a sei giorni dai provvedimenti presi nell'ordinanza regionale di domenica tiriamo le somme sulla base dei dati che abbiamo e che sono dati ormai probanti. A oggi abbiamo fatto 4835 tamponi, il 75% è risultato negativo e l'11% positivo (531 positivi in Regione): il resto è in corso di analisi. Sono ricoverate poco più di 200 persone, mentre 85 lombardi sono in terapia intensiva».

«Abbiamo elaborato un piano - ha aggiunto Gallera - per la stesura del quale ci siamo voluti confrontare con gli esperti. La diffusione del virus è ancora circoscritta, è facilmente risolvibile nel 90% dei pazienti. Ma nei giorni di alta incidenza gli ospedali della zona rossa sono andati in difficoltà: il resto della rete è stato in grado di dare risposte in maniera egregia, e per questo ringrazio gli operatori sanitari».

«Dalle prime evidenze - ha continuato - abbiamo visto che statisticamente ogni paziente con Coronavirus estende il virus a due persone. Questo è un problema per gli ospedali, che devono fare fronte alla situazione. Regione Lombardia si muove su base scientifica e prende decisioni su queste. Per questo motivo la nostra volontà è quella di chiedere al Governo di mantenere l'ordinanza domenica scorsa attuata per un altra settimana perché utile per contenere l'espansione del rischio e abbassare la curva dei contagi. Queste sono le nostre intenzioni. Sono sacrifici utili, ma che ripagheranno».

«Dobbiamo ridurre la diffusione per passare dai 2/2.5 di persone infettate a meno di 1. Questa cosa non è una cosa che si fa da sola - hanno detto gli esperti presenti - Gran parte dei letti di Rianimazione dei nostri ospedali sono occupati da questa patologia, ma ci sono anche persone che hanno anche altre malattie, dietro le quali esiste la necessità di un letto di terapia intensiva. La gestione dei casi di Coronavirus si sovrappone a una routine medica che non può essere tralasciata. Alcuni ospedali, come Lodi e Cremona, sono sovraccarichi di pazienti. In una situazione del genere bisogna continuare con alcune misure che portino a contenere i contagi e mantenere l'intera area metropolitana lombarda a restare fuori dai guai».

«L'ospedale di Varese non è al momento al lavoro su casi di Coronavirus - ha detto il professor Grossi, direttore delle Malattie Infettiva dell'Asst Sette Laghi - ma non è da escludere che nei prossimi giorni ci siano pazienti che necessitino in tal senso della terapia intensiva. Per questo mi associo a quanto detto finora: è importante far fronte alle necessità di assistenza ai pazienti che arriveranno negli ospedali lombardi. Per questo bisogna fare in modo che la curva epidemica possa consentire di affrontare al meglio la situazione, senza dimenticarci delle altre tipologie di malati cui dobbiamo garantire, come sanità lombarda, il massimo delle cure».

Redazioe