Sport - 26 novembre 2019, 22:02

INDIMENTICABILE. Pavoletti-gol ha compiuto 31 anni. In suo onore torniamo a parlare del Varese e di quella salvezza impossibile (video)

Il compleanno di Pavoletti serve per capire di cosa siamo stati capaci: non il secolo scorso, ma l'altro ieri. Per dare una sveglia. Per essere grati: all'attaccante più grande della nostra serie B. E al Varese, che non merita di continuare a vivere nell'oblio

Per non dimenticare è il giorno giusto. E anche per capire di cosa siamo stati capaci: non cent'anni fa, l'altro ieri. Per dare una sveglia. Per essere grati. A Pavoletti, che oggi ha compiuto 31 anni. E anche a due parole che noi stessi avevamo promesso di non scrivere mai più in un articolo, finché non ne fosse valsa la pena. Quelle due parole sono composte da un articolo e da un nome che hanno segnato la nostra vita e quella di tanti: scaviamo allora nell'emozione del 13 giugno 2014 quando, con 4 gol su 4 nei playout dopo i 20 in campionato contro il milionario Novara (2-0 fuori, 2-2 in casa), quelle due parole cambiarono la storia di Pavoletti, perché nulla nella sua vita fu più impossibile di quella salvezza biancorossa. Quelle due parole che in suo onore oggi possiamo tornare a pronunciare dopo tantissimo tempo. Quelle due parole sono, semplicemente, "Il Varese".


Stadio Franco Ossola, venerdì 13 giugno 2014: il Varese, dopo avere avuto un piede e mezzo in serie C fino a un mese prima, va a vincere la prima partita dei playout a Novara (2-0) con doppietta di Pavoletti davanti a 9mila spettatori e poi, sempre con doppietta dell'attaccante livornese, pareggia e fa festa con i 5500 tifosi di Masnago. Ecco il commento a una delle partite più memorabili del Varese e di Pavoletti.

13 giugno 2014, stadio Franco Ossola

B come Betinelli, C come Criscitiello. Ma anche tra vent'anni, nel 2034, quel bambinetto con la maglia biancorossa che giocherà in un campetto accanto a nonno Caccianiga, al primo gol dirà al suo papà: «Voglio essere Pavoletti». Guai se lo sentisse Bettinelli, un uomo che è il Varese, nato-vissuto-morto-e-rinato con questa maglia. Un uomo che fa squadra, anzi la ricostruisce, perché se non l'avesse fatto saremmo retrocessi sul rigore dell'1-1 fallito dal Siena, o sulla traversa di Lepiller a Novara, o sul 2-1 di Gonzalez di oggi. E invece lì ci siamo salvati, sugli episodi contrari girati dal vento. E il vento nasce da dentro.

B come Bettinelli perché nemmeno dio avrebbe salvato un gruppo che arrivava sullo striscione del traguardo con 7 sconfitte consecutive. Nemmeno dio, ma Nessuno sì. Il Betti che dei Nessuno è il re. Gli amici, e le parole, decidono chi sei... Le parole del Betti, come pioggia dal cielo: implacabili perché scavano, lasciano un buco. Dentro. «Se arriva una squadra di serie A e devo ripartire dalla terza categoria con il Varese, io riparto». Oppure, alla vigilia: «Disperato non è il Novara ma il Varese. Perché, se retrocede, scompare». E' anche inutile dirgli che è confermato, perché lui non si aspetta nulla.

La serie B è stata ripresa per i capelli, prima di tutto, dalla gente. Sul 5-1 di Cittadella ha avuto paura di perderla ed è scesa in campo quasi con violenza (la violenza del cuore), riempiendo Masnago, riempiendo il Piola, riempiendo di bandiere la città. Ma, se poi sono arrivati tutti, è solo grazie a chi c'è sempre stato, a chi prendeva la pioggia e la neve da solo, tenendo accesa una scintilla: la curva Nord. Non ha mai guardato in faccia nessuno: solo la maglia.

La squadra ha seguito l'onda ma, quando ha trovato uomini veri che mantenevano la parole, si è fatta guidare da loro. La maglietta finale indossata dai giocatori "Grazie Betti" con la B gigante è un segnale. Alla società. Laurenza su questo Varese ci è morto ma, purtroppo, all'inizio si è fidato delle persone sbagliate. Quali? Tutte, o quasi... Inizia adesso la partita. Via tutti, o quasi.

Qui sotto il video della partita delle partite giocata da Leonardo Pavoletti e dal pubblico del Varese: stadio Silvio Piola, venerdì 6 giugno, andata dei playout, Novara-Varese 0-2 con doppietta dell'attaccante livornese.

Andrea Confalonieri


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