Basket - 04 dicembre 2025, 15:08

Stewart, "il salvatore bambino" sbarcato sul pianeta Varese: «Correre e difendere sul migliore, me lo ha chiesto Kastritis»

Presentato oggi il nuovo esterno alla corte biancorossa, uscito quest'estate dal college e già alla sua seconda squadra da professionista: «Di ciò che è successo in Germania non ho responsabilità: voglio controllare solo ciò che posso controllare. La Openjobmetis gioca come si gioca all'università in America, ma in ogni caso ho la capacità di adattarmi». Sogolow: «Niente lungo»

«Non chiedetemi niente d’Italia e di Europa, sono appena uscito dagli Stati Uniti e non voglio affrettare conclusioni: sto imparando tutto, sto cercando di documentarmi».

A volte forse non ce ne rendiamo fino in fondo conto, ma la verità è che giocatori come Carlos Stewart sono poco più che dei “bambini” sbattuti in un mondo che fino a pochi mesi fa nemmeno immaginavano che esistesse, a migliaia di chilometri da casa e senza alcun tipo di substrato culturale, esistenziale, pratico.

Ed è a loro che chiediamo di dare sempre, tutto, e subito. È a loro che chiediamo di salvarci.

Ogni tanto converrebbe pensarci. Poi speriamo che il nativo di Baton Rouge, Louisiana, fino all’estate scorsa uno scolaretto al College e oggi già alla seconda squadra da professionista dopo la parentesi in Germania, ad Amburgo, finita subito, faccia le fortune dei biancorossi: «No, non mi aspettavo di cambiare tutto già al primo anno, ma ho deciso di controllare solo ciò che posso effettivamente controllare, come l’essere il primo ad arrivare agli allenamenti e l’ultimo ad andare via per migliorarmi ogni giorno. La decisione di Amburgo è stata “business”, non ho nulla da rimproverarmi».

È stato presentato nel pomeriggio di oggi l'esterno a cui Ioannis Kastritis darà in mano la regia della Openjobmetis, accreditato da un ottimo primo passo e dalla grande volontà di difendere (con busto e spalle larghe ben visibili): «L’allenatore mi ha detto che mi affiderà sempre l’uomo più pericoloso degli avversari e poi mi ha chiesto di razionalizzare e intensificare il ritmo in attacco. Sono cose nelle mie corde, mi piace attaccare il ferro, andare in transizione e poi, sì, ovviamente, anche difendere».

Il gioco di Varese non dovrebbe peraltro sorprenderlo: «In Europa mi pare si giochi un basket molto più tattico, mentre qui in particolare, da quello che ho visto, è tutto più veloce. In ogni caso faccio basket da quando ho tre anni e penso di avere la capacità di abituarmi a ogni tipo di gioco»

Il gm Zach Sogolow, vicino a lui, ha confermato che per il momento “niente lungo”: «Continueremo a guardare il mercato, ma ora vogliamo vedere come vanno le cose. Siamo d’accordo con il coach che la squadra stava crescendo e poi si è fermata, malamente, con Udine. Ora dobbiamo vedere se ricomincerà a crescere».

F. Gan.


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