Una passeggiata tra tombe, statue, edicole del cimitero monumentale di Busto Arsizio. La pioggia non ha scoraggiato l’associazione ArBusto, promotrice dell’iniziativa, e ha reso forse ancora più suggestivo il viaggio alla scoperta del principale camposanto cittadino e delle storie che custodisce.
Dopo un meticoloso lavoro di mappatura e catalogazione delle tombe, la neonata associazione ha organizzato la visita guidata che ieri mattina, domenica, ha coinvolto una ventina di persone. Un progetto patrocinato dall’amministrazione comunale, con gli assessorati alla Cultura e alle Politiche istituzionali.
La prima uscita, che verrà replicata domenica 30 novembre, si è concentrata su alcune grandi famiglie industriali bustocche. In futuro verranno sviscerate altre storie, altre curiosità che il cimitero custodisce.
La prima passeggiata
E la scelta è caduta sul cimitero: «Può sembrare insolito – riconosce la presidente – ma è un luogo che conserva la memoria, a differenza di altri luoghi storici della città sono stati trasformati».
E tra le tombe si trovano testimonianze della storia di Busto. Dalle famiglie industriali ai personaggi dello sport o dello spettacolo che hanno reso la città quella che è stata ed è oggi. «Abbiamo fatto una sorta di censimento delle tombe, con l’aiuto del Comune, che ci ha concesso autorizzazioni e accesso agli archivi», continua Verri.
Ieri il racconto delle “guide” dell’associazione si è concentrato sulla storia del cimitero, sull’evoluzione di Busto da borgo a città. Partendo dalla tomba “semplice” della prima persona sepolta, poi visitando quelle di pregevole fattura delle famiglie Milani e Candiani sotto i portici di levante, quindi la piramide dei Comerio e infine i monumenti degli Ottolini e dei Crespi. «Tutte famiglie legate al tessile che hanno avuto una grande importanza nello sviluppo industriale di Busto, con delle storie simili per alcuni aspetti, ma ciascuna con le proprie peculiarità», afferma Letizia Verri. Un excursus storico e artistico che verrà riproposto domenica 30 novembre. A febbraio nuove visite con altri punti di vista e altre storie emerse nel lavoro di ricerca dell’associazione.
Il Comune c’è
Da parte dell’assessore alle Politiche istituzionali Mauro Cislaghi, il ringraziamento all’associazione ArBusto («Sta facendo un lavoro immane gratuitamente») e all’ufficio Cimiteri, che ha contribuito all’attività di ricerca: «Speriamo sia solo un inizio – aggiunge –. Sono certo che Busto risponderà. In alcune cappelle c’è parte della storia della città e in futuro si potranno fare altri giri abbinando il cimitero ad altri luoghi della città».
Insomma, non diventerà un richiamo per i turisti come il monumentale di Milano o Père-Lachaise a Parigi, però anche le sculture e l’architettura del camposanto principale di Busto meritano attenzione.
E passeggiando tra i suoi vialetti insieme alla collega di giunta Chiara Colombo (era presente anche l’assessore Alessandro Albani), Cislaghi rivela che, prima del termine della consiliatura, gli piacerebbe che qui venisse ospitato un concerto.
La mente torna alla canzone “In Italia 2024” di Fabri Fibra, con la parte del videoclip con Emma Marrone girata lo scorso anno proprio qui (leggi qui). Ne seguirono polemiche, anche politiche. Ma in questo caso, precisa Cislaghi, si tratterebbe di un concerto di musica classica o sacra, come avviene in altri importanti cimiteri. Si vedrà.