La Varese Nascosta - 15 novembre 2025, 08:26

LA VARESE NASCOSTA. Così nacquero le cappelle del Sacro Monte

L’11 novembre del 1604 nella chiesa di Malnate il cappuccino monzese Giovan Battista Aguggiari, prefigurò la costruzione di quindici cappelle raffiguranti ciascuna un mistero del Rosario

Torna l'appuntamento con la rubrica dedicata alla storia, agli aneddoti, alle leggende e al patrimonio storico e culturale di Varese e del Varesotto in collaborazione con l'associazione La Varese Nascosta. Ogni sabato pubblichiamo un contributo per conoscere meglio il territorio che ci circonda. Oggi ripercorriamo la nascita delle famose cappelle del Sacro Monte.

L’11 novembre del 1604 nella chiesa di Malnate il cappuccino monzese Giovan Battista Aguggiari, prefigurò la costruzione di quindici cappelle raffiguranti ciascuna un mistero del Rosario.

Alla fine del XVI secolo, quando i pellegrinaggi a Santa Maria del Monte avevano raggiunto il numero di circa duecento l’anno, fu una monaca spagnola delle Romite, Maria Tecla Cid, a proporre l’idea di erigere a metà della salita una cappella che servisse anche da sosta e da rifugio. La proposta fu rilanciata, in una predicazione tenuta l’11 novembre del 1604 nella chiesa di Malnate dal cappuccino monzese Giovan Battista Aguggiari, che andò ben oltre, prefigurando la costruzione di quindici cappelle raffiguranti ciascuna un mistero del Rosario. 

L’iniziativa ottenne subito l’approvazione dell’arcivescovo di Milano Federico Borromeo, oltre che il consenso e il sostegno del popolo e dell’aristocrazia lombarda, che assicurarono donazioni in denaro, in natura e in lavoro. Il frate poté contare sulla collaborazione gratuita di Giuseppe Bernasconi (o Bernascone) detto il Mancino (Varese 1560-1625), allievo dell’architetto Pellegrino Tibaldi, attivissimo a Milano. 

Architetto lui stesso (ristrutturò la basilica varesina di San Vittore e disegnò il campanile che porta il suo nome), ma anche appaltatore stradale, tracciò e realizzò il percorso della Via del Rosario, in modo da dare una collocazione alle quattordici cappelle (la quindicesima è il Santuario stesso), da lui progettate in stile manieristico e disposte sul crinale del monte secondo un preciso ordine architettonico e spirituale. Le cappelle sono divise in gruppi di cinque e stanno a rappresentare i misteri Gaudiosi, Dolorosi e Gloriosi (il quinto dei quali, l’incoronazione della Vergine, è raffigurato nel Santuario). 

Ciascun gruppo è preceduto da un arco, l’Arco Trionfale da cui ha inizio la salita, l’Arco di San Carlo e l’Arco di Sant’Ambrogio. Il Mancino si distinse non solo per la capacità di rappresentare nell’architettura di ogni singola cappella, diversa dalle altre, il corrispondente mistero del Rosario, ma per l’attitudine scenografica, attento alla percezione dello snodarsi dei tempietti da parte del pellegrino-visitatore. 

Non sono casuali i porticati che circondano le cappelle con viste panoramiche, come la Dodicesima, da cui la vista spazia sulla pianura, e la Tredicesima, affacciata sulla Val di Rasa. Gran parte delle opere messe in cantiere nel 1605 furono concluse entro il 1630, ma per il completamento e in particolare per l’esecuzione di tutti i gruppi scultorei, trecento statue con la vita di Gesù, si dovette attendere il 1698.

Fausto Bonoldi

da La Varese Nascosta