Varese - 04 novembre 2025, 17:42

«Felice, brava, tenace e coraggiosa»: la chiesa di Avigno troppo piccola per contenere tutto l'amore di Varese per Giovanna e per la famiglia Ramella

Una sciarpa della Pallacanestro Varese portata da Max Ferraiuolo, Matteo Jemoli e Massimo Lucarelli, le rose bianche e rosse, i ragazzini del Luino, il mondo del Varese Calcio che ha ancora un cuore e tantissimi varesini da non poter essere contenuti in chiesa neppure in piedi si sono stretti a Ernestino Ramella e ai figli Nicolò e Mattia nell'ultimo saluto a una moglie e mamma indimenticabile come Giovanna Malnati

Una sciarpa della Pallacanestro Varese, rose bianche e rosse e il tocco, quasi un bacio d'addio, di Massimo Lucarelli come dei tantissimi presenti alla chiesa di Avigno per l'ultimo saluto a Giovanna Malnati, moglie di Ernestino Ramella e madre di Nicolò e Mattia

La chiesa di Avigno oggi era troppo piccola per riuscire a contenere tutte quelle anime che si sono strette un'ultima volta, anche se non sarà mai l'ultima, all'amatissima Giovanna Malnati e tutte quelle mani che si sono strette alle mani e al cuore di Ernestino Ramella e dei figli Nicolò e Mattia, delle loro Marta e Debora e delle nipotine Camilla, Carlotta e Clarissa. Una Varese silenziosa eppure rumorosa nella capacità di esserci fino in fondo e, soprattutto, oltre, cioè da oggi in poi ha fatto ciò che le riesce meglio quando incontra persone come lo è stata Giovanna, restituisce cioè qualcosa che definiremmo "amore" a chi se lo merita con una presenza che non è solo nominale o dovuta, con un abbraccio che non si esaurisce in un giorno, con uno sguardo commosso che contiene però tutto l'affetto del mondo per chi resta senza una moglie, una mamma e una nonna.

La vita di Giovanna era così intrecciata a quella della città e alle vite di Ernestino e della sua famiglia da non poter sciogliere questo legame né oggi né mai. Una vita di sport, con quella sciarpa della Pallacanestro Varese di cui era tifosissima avvolta alla bara di rose bianche e rosse a cui hanno dato un bacio tenerissimo Max Ferraiuolo, Matteo Jemoli e Massimo Lucarelli, e con quella parte del calcio varesino e del Varese che ha ancora un cuore grande e conosce il valore della memoria, e che non dimentica il suo Ernestino nel momento della ferita più grande: da Criscimanni, Montesano, Ambrogio Borghi, Andena, Giovannelli, Arrighi, Sannino, Lorenzi, Calzi a Belluzzo, Carlo Montoli, Papini, Frontini, Cunati, Marziano Mazzucchelli, Mario Zeni e tantissimi tifosi semplici, persone comuni a cui è arrivata Giovanna attraverso lo "specchio" del suo Ernestino (non si può parlare del secondo senza la prima, in un'unione indissolubile di sentimento e vitalità).

Ma di questa città che Roberto Bof, presente insieme al figlio Marco (e con quest'ultimo l'amico Edo), chiamerebbe la Varese più bella, e che era rappresentata anche da Paolo Ambrosetti, compagno commerciante di Giovanna e di quella vita nel "Pallone", il negozio che prima in via Speroni e poi in piazza Repubblica ha unito la passione e i sogni di generazioni di varesini, era presente anche il presidente dei Mastini dell'hockey Carlo Bino («Papà considerava Nicolò come un figlio, e lo stesso Nicolò ha sempre dato a me, all'hockey e a Varese quel suo tocco di classe e gentilezza unico») oltre a tutti quei ragazzini della squadra di calcio del Luino in tenuta sociale che rappresentano ciò che conta nello sport e nella vita: la capacità di essere una famiglia e di restituire futuro anche a chi sta perdendo il pezzo più grande del suo presente come la famiglia Ramella.

«Ci sono tante mani che in questi giorni si sono strette a quelle di Ernestino, Nicolò e Mattia, delle loro famiglie e delle nipoti - ha detto don Paolo Fumagalli, che ha celebrato la funzione accanto a don Francesco Corti -  Oggi si aggiunge la mano di Dio. Giovanna era più felice di Nicolò quando si andava a ballare, Giovanna era brava quanto lo era Mattia a scuola, Giovanna ha sempre avuto fiducia in Ernestino, Giovanna ha affrontato la malattia con tenacia e coraggio». Giovanna è stata tutto questo e lo sarà ancora, grazie alla sua bellissima famiglia: ecco, noi oggi eravamo qui esattamente per arrivare in fondo all'articolo a scrivere questa frase.

Andrea Confalonieri