E’ giunto il tempo di...
Aldo Fumagalli, sindaco di Varese negli anni che possiamo a ragione definire come “particolari” della città giardino, costretto alle dimissioni perché travolto (parolone) dall’ennesima inchiesta giudiziaria che negli anni abbiamo imparato a subire e seguire, rompe il silenzio e racconta raccontandosi.
In una manciata di minuti l’Aldo ricorda particolari anche inediti di quasi nove anni di sua amministrazione raccogliendo così l’invito del “Caccia”. Nelle parole il piacere e la soddisfazione per quanto realizzato e ottenuto come il riconoscimento dell’UNESCO al Sacro Monte di Varese con nomi e cognomi dei protagonisti che hanno reso possibile il successo
Parole raccontate e sottolineate come verità che vanno anche a svelare quello che è lo stato d’animo di chi si è visto suo malgrado sfilare di mano un progetto tanto amato. «Io anche ad Umberto Bossi dissi "no”, una frase che definisce l’Aldo Fumagalli oltre ogni limite, un no che ha pronunciato, forse, una volta di troppo e che ha innescato politicamente scrivendo la sua parabola discendente.
Tutto è finito per un utilizzo improprio dell’auto di servizio nonostante, sottolinea, i problemi e le magagne erano davvero altre. Verità scritte in un libro che non intende pubblicare (forse) e che racconta una Varese a molti sconosciute.
Seguendo questa intervista si può decidere quale verità ascoltare e come valutare i propri stessi giudizi su persone e fatti, sul gossip, e sulla storia partendo da una certezza: la storia la scrivono i vincitori ma i vinti, a volte, meritano davvero di poter dire la loro magari anche ridendosi addosso.