Storie - 26 agosto 2025, 16:20

Pedalando da Comabbio a Roma per la causa palestinese, l'impresa del veterinario varesino Stefano Pozzi: «La bici è libertà. Venite con me per dare voce a chi soffre»

Partenza a settembre sotto le insegne di Save The Children per il 63enne che in sella alla sua bicicletta ha già compiuto altri viaggi capaci di esaltare il valore della fatica e dei sacrifici: «Partirò il 12 settembre e vorrei coinvolgere più persone possibili, condividendo parte delle tappe, ma anche foto e racconti del percorso. Il punto d'arrivo sarà la sede dell'organizzazione umanitaria: penso sia fondamentale rompere il silenzio e l’indifferenza, aiutando i bambini che stanno pagando il prezzo più alto della guerra»

Stefano Pozzi in sella alla sua bicicletta, mai come stavolta sinonimo di libertà

Abbiamo incontrato Stefano Pozzi, 63 anni, medico veterinario che vive e lavora in provincia di Varese, pronto a intraprendere una nuova sfida ciclistica: a settembre partirà da Comabbio con destinazione Roma.

La passione per la bicicletta lo accompagna da sempre, insieme al gusto per la fatica e per l’avventura. Non è infatti la sua prima impresa su due ruote: nel 2022, partendo da casa, ha percorso circa 1000 km attraverso numerosi passi alpini fino a raggiungere Cortina d’Ampezzo. L’anno successivo ha seguito le alzaie del Ticino fino al Po, per poi proseguire verso il mare; da lì ha costeggiato l’Adriatico fino a San Benedetto del Tronto, per infine approdare ad Ascoli Piceno, macinando quasi 900 km tra panorami mozzafiato e bellezze del nostro Paese. Oggi ci racconta la sua prossima avventura.

Come ha scelto l’itinerario di quest’anno?

Dopo aver attraversato le Alpi fino a Cortina nel 2022 e aver percorso la costa adriatica fino ad Ascoli Piceno lo scorso anno, per il 2025 ho deciso di esplorare l’altro versante, quello tirrenico. L’idea è quella di completare, passo dopo passo, il giro d’Italia in bici, ammirando la varietà dei suoi paesaggi. Partirò il 12 settembre da Comabbio, attraversando le Langhe e le Alpi liguri, per poi scendere verso la costa ligure e percorrere la Riviera di Levante. Da lì entrerò in Toscana, dove toccherò Pisa, Volterra e Siena, prima di proseguire verso il Lazio. Il percorso continuerà lungo il lago di Bolsena e il lago Trasimeno, fino ad arrivare a Roma il 20 settembre. Toccherò dei paesaggi sicuramente mozzafiato.

Quest’anno non sarà solo un’avventura sportiva ma anche un viaggio solidale. Perché ha deciso di legarlo alla causa palestinese? E come mai ha scelto di collaborare con Save The Children?

La passione per la bici è sempre stata parte di me, ma questa volta ho sentito il bisogno di dare un significato più profondo al mio viaggio. La situazione in Palestina mi colpisce molto: credo sia necessario accendere una luce su quello che sta accadendo, soprattutto pensando ai bambini che pagano il prezzo più alto di questo conflitto. Per questo ho deciso di avviare una raccolta fondi: vorrei coinvolgere più persone e ciclisti possibili, condividendo parte delle tappe, ma anche foto e racconti del percorso. La scelta di collaborare con Save The Children è stata naturale. Con loro ho già avuto contatti in passato, ho partecipato ad alcune iniziative di solidarietà e ho adottato personalmente bambini. Quando li ho contattati per questo progetto hanno accolto subito l’idea con entusiasmo. Non a caso il viaggio si concluderà proprio nella loro sede di Roma, il 20 settembre. Per me è fondamentale rompere il silenzio e l’indifferenza. C’è tanta ipocrisia da parte delle istituzioni e dei governi, e spesso la verità non viene raccontata. Io credo che in Palestina si stia consumando una vera tragedia umanitaria, e sento il dovere di fare la mia parte, nel mio piccolo, per dare voce e sostegno a chi soffre.

C’è la possibilità per le persone di pedalare con lei anche solo per un tratto?

Assolutamente sì: partirò da Comabbio fino ad arrivare ad Alba. Successivamente percorrerò le seguenti tappe: Alba – Bardineto; Bardineto – Portofino; Portofino – Portovenere; Portovenere – Pontedera; Pontedera – Montalcino; Montalcino – Montefiascone; Montefiascone – Anguillara; Anguillara – Roma. Siete tutti i benvenuti.

Come si prepara fisicamente e mentalmente per una sfida di questo tipo?

Dal punto di vista fisico mi alleno e pedalo da sempre: il mio corpo ha ormai una sorta di memoria muscolare consolidata. Solo ad agosto, ad esempio, sono già uscito in bici 18 volte percorrendo oltre 1000 km. Lo stesso ho fatto a luglio. Dedico molto tempo alla preparazione, restando in sella almeno un paio d’ore a uscita, perché l’aspetto più impegnativo è proprio abituarsi a stare tante ore consecutive sulla bicicletta. Basti pensare che la prima tappa sarà di circa 160 km. Sul piano mentale, invece, per me la bici è soprattutto libertà e sollievo: partire senza vincoli, ammirare i paesaggi e lasciarmi guidare dalla strada mi trasmette un senso di libertà enorme. Nella vita quotidiana sono costantemente a contatto con tante persone, mentre durante questi viaggi ho la possibilità di ritrovare spazi di riflessione e momenti per stare solo con me stesso. È un aspetto che considero fondamentale. Quest’anno però non sarò da solo, e sono certo che sarà un’esperienza ancora più bella.

C’è un messaggio particolare che vorrebbe lasciare alle nuove generazioni?

Assolutamente sì: il valore della fatica. Credo sia fondamentale, perché nella fatica c’è la vera conquista. Quando ottieni qualcosa dopo esserti impegnato, quella vittoria diventa tua, la vivi appieno e ti lascia dentro una forza che ti tempra. La vita è fatta di fatica e sacrifici: se vuoi arrivare a un obiettivo devi impegnarti e non avere paura della difficoltà. Io stesso ho iniziato a lavorare molto presto a 16 anni e sono arrivato ad essere veterinario con grande sacrificio. Ogni passo conquistato giorno dopo giorno mi ha dato fiducia, mi ha fatto crescere e mi ha insegnato a dare valore a ciò che ottenevo. Oggi vedo troppa superficialità, ma lo sport – e in particolare la bicicletta – insegna che per raggiungere un risultato serve impegno. Io pedalo perché mi piace conquistare gli obiettivi, non solo sulle lunghe distanze ma anche nelle piccole sfide quotidiane. La soddisfazione personale che deriva dalla fatica ti gratifica, ti rende migliore e ti permette di esserlo anche per gli altri.

Dopo quella di Roma, ha già in mente una prossima sfida?

Sicuramente sì, se il fisico reggerà l’anno prossimo ripartirò ancora. Non ho ancora definito con precisione il percorso, ma mi piacerebbe tornare sulle Alpi, perché i paesaggi delle Dolomiti sono davvero straordinari. Vorrei rifare alcuni passi alpini, magari partendo questa volta dalla Valle d’Aosta.

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Chiunque avesse il piacere di partecipare alla donazione, può farlo attraverso questo link: Per i Bambini della Palestina | Rete del Dono

Giovanna Bochicchio