«Ritengo sia stata una stagione molto positiva. Abbiamo ottenuto risultati importanti in tutte le categorie. L’Under 14 ha mantenuto la categoria regionale; l’Under 15 ha confermato la permanenza nel Campionato Regionale Élite; l’Under 16, partita nel provinciale, ha conquistato la promozione nei regionali vincendo il campionato; l’Under 17 ha vinto il regionale e parteciperà all’Élite nella prossima stagione. Un plauso particolare va al gruppo 2009, che in due stagioni ha raggiunto sia l’Élite Under 15 che i regionali Under 16». Parole datate 31 maggio di Massimo Foghinazzi, deus ex machina dell'accoppiata Varese-Gavirate e del settore giovanile: un osservatore esterno attento si aspetterebbe dunque conferme a raffica e magari, oltre a un "grazie", anche un incentivo o un premio in vista della prossima stagione per il «lavoro instancabile di tutta la nostra famiglia sportiva - parole dello stesso Foghinazzi - allenatori, istruttori, preparatori, fisioterapisti, dirigenti, personale di segreteria, addetti ai campi e, naturalmente, i nostri ragazzi. Ognuno ha dato il massimo per contribuire al progetto».
I fatti dicono invece che nemmeno un mese dopo questa celebrazione, con condivisione ma anche assunzione di meriti, solo due mister delle sei annate agonistiche dal 2014 al 2019 - che dovrebbero diventare cinque con la probabile eliminazione dell'under 18 - resteranno al Varese. Tra questi, solo per citarne due, né Unghero né Bottone: è lecito chiedere perché?
Stessa sorte è capitata ad alcuni responsabili che hanno aiutato a formare il gruppo - anzi la "famiglia" - e i ragazzi, così come non ci saranno più alcuni mister dell'attività di base. La domanda è la stessa: perché?
E veniamo al direttore tecnico Alessandro Unghero: è cosa nota a tutti che gli sia stato proposto Gavirate e non Varese. Prendiamo la palla al balzo per mettere in chiaro una cosa che, a nostro avviso, qualcuno prima o poi dovrà pur dire: ci pensiamo, come sempre, noi. Varese e Gavirate non sono e non devono essere la stessa cosa. La casa madre di una società che ha voluto chiamarsi Varese Football Club è biancorossa, da sempre e per sempre. E lo sarebbe anche se arrivasse l'Inter, il Milan o la Juventus. Quindi, con tutto il rispetto di tutti, il passaggio da Varese a Gavirate non può essere fatto passare per una promozione, semmai dovrebbe essere vero il contrario.
Di più: il Varese ha tutto il diritto di sostituire elementi validi (si spera non sia stato fatto in alcun caso, quasi inutile sottolinearlo per una società di questo rango, attraverso messaggi WhatsApp), lo deve fare però con elementi ancora più validi, con più esperienza, galloni e meriti acquisiti sul campo rispetto a chi non c'è più, anche perché tanti di quelli che non ci sono più hanno accettato i colori biancorossi quando pochi l'avrebbero fatto, dalla cenere della ripartenza e dell'acquisizione del titolo di serie D. Siamo tutti d'accordo?
Tutte le risposte alle nostre domande sono ben accette tranne una. Questa: avremmo voluto tenere tante di queste figure, ma non hanno accettato la nostra offerta. Anche perché sarebbe immediatamente seguita da un'ulteriore e definitiva domanda: quando ottieni risultati e ti fanno una proposta al ribasso, ti senti valorizzato o ti trovi nella condizione di dovere o volere cambiare aria?
A meno che i risultati ottenuti non siano stati poi così importanti...