Torna l'appuntamento con la rubrica dedicata alla storia, agli aneddoti, alle leggende e al patrimonio storico e culturale di Varese e del Varesotto in collaborazione con l'associazione La Varese Nascosta. Ogni sabato pubblichiamo un contributo per conoscere meglio il territorio che ci circonda.
La battaglia di Tornavento (frazione di Lonate Pozzolo)
Il 14 giugno 1636, gli invasori franco-sabaudi riuscirono a passare il Ticino. Sulla base di relazioni ufficiali, cronache locali e registri parrocchiali, è possibile ricostruire lo svolgimento dei fatti presso Tornavento.
Tra il 14 e il 15 giugno 1636 gli invasori franco-sabaudi presero il possesso del "porto" e riuscirono a passare il Ticino. Tra il 16 e il 18 giugno furono saccheggiati Lonate e i borghi vicini, arrivando fino a Castano, Busto Arsizio e Gallarate.
Il 20 giugno le truppe francesi si trasferirono a nord verso Somma, mentre l'esercito sabaudo, ancora nel Novarese, raggiunsero Borgo Ticino. Il 21 giugno, avvisati dell'avvicinamento dell'esercito spagnolo, sabaudi e francesi tornarono sui propri passi e il duca di Créqui, Charles de Blanchefort, si trincerò nei boschi di Tornavento; intanto l'esercito spagnolo, proveniente da Abbiategrasso, passò la notte nella brughiera di Castano.
Il 22 giugno è la data degli scontri diretti tra gli spagnoli e i francesi, in seguito affiancati dai sabaudi. A guidare le truppe dei due schieramenti erano Diego Felipe de Guzmán per gli spagnoli e Charles de Blanchefort e Vittorio Amedeo I rispettivamente per francesi e sabaudi.
L'armata spagnola avanzò da Castano verso le truppe francesi, travolse le avanstrutture nemiche e assalì reiteratamente la linea principale di difesa, mentre i francesi rispondevano agli attacchi dalla piccola altura di Tornavento.
L'armata sabauda, fino ad allora rimasta per motivi logistici sulla sponda novarese, entrò attivamente nel conflitto quando francesi e spagnoli entrarono nella fase di scontro corpo a corpo: raggiunse Tornavento in aiuto dei francesi grazie alla rapida realizzazione di un ponte di barche. Questa azione fu decisiva e portò all'arretramento dell'armata spagnola, ma la battaglia fu di fatto inconcludente: entrambi gli schieramenti videro ingenti perdite di vite e un alto numero di feriti; gli spagnoli, ritiratisi su Abbiategrasso, erano in qualche modo riusciti a fermare la manovra francese contro la capitale del Ducato di Milano; i francesi trassero il senso della vittoria dall'arretramento spagnolo; infine i savoiardi restarono soddisfatti per il loro intervento decisivo a conclusione della battaglia.
Al termine dello scontro durato una giornata, il 23 giugno 1636 i franco-sabaudi tornarono ad occupare la valle del Ticino, mentre i soldati tornarono a Lonate per razziare; questi saccheggi e violenze continuarono fino alla fine del mese di giugno anche nelle aree circostanti. Il 2 luglio i francesi sbarrarono l'alveo del Naviglio Grande nei pressi di Nosate, ma si accamparono fortificati in trincee nella vicina brughiera, in attesa del ritorno dell'esercito spagnolo.
Successivamente, intorno al 7 luglio, le truppe sabaude e di Parma marciarono nel novarese verso Castelletto Ticino, e nel frattempo la cavalleria francese, attraverso la brughiera lombarda, raggiunse Sesto, mentre il resto dell'esercito rimase a Somma. Mentre i soldati francesi il 9 luglio saccheggiavano i borghi di Gavirate, Besozzo, Azzate e dintorni, subentrò a Tornavento l'avanguardia spagnola.
Tra il 10 e il 15 luglio, dopo il fallimento della conquista francese di Varese ed Angera, gli eserciti francese e sabaudo si accamparono a Romagnano, quindi a Gattinara, al di fuori dello Stato di Milano.
Dal 1998 la confraternita culturale dei Cavalieri del Fiume Azzurro organizza ogni anno una rievocazione storica della battaglia nei pressi dell'ex dogana austroungarica, all'inizio della Via Gaggio.
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