Torna l'appuntamento con la rubrica dedicata alla storia, agli aneddoti, alle leggende e al patrimonio storico e culturale di Varese e del Varesotto in collaborazione con l'associazione La Varese Nascosta. Ogni sabato pubblichiamo un contributo per conoscere meglio il territorio che ci circonda.
LA FINESTRA GOTICA DI CASA PERABO'
Nel suo “Varese, storia millenaria” il professor Luigi Ambrosoli individua nel Settecento l’epoca in cui l’antico borgo circondato dalle Castellanze comincia ad assumere l’aspetto di sia pur piccola città e a sviluppare i fecondi rapporti con la grande Milano.
Varese che era riuscita, mettendo mano al portafoglio, o meglio, ai forzieri a respingere i vari tentativi di soggiacere al potere di un feudatario e che era dunque priva di nobili cortigiani poteva contare su un’attiva borghesia formata da cittadini impegnati in molteplici attività volte ad accrescere il benessere del borgo.
Di questa borghesia facevano parte i liberi professionisti laureati all’Università di Pavia, artigiani e commercianti. Grazie all’attivismo di costoro il borgo rafforzò nel XVIII secolo la sua posizione di importante mercato al confine settentrionale dello stato milanese.
Il graduale passaggio da borgo a città fu segnato anche dalla scelta delle nobili famiglie medievali come i Biumi, gli Albuzzi, i Perabò e gli Orrigoni di abbandonare le residenze fortificate che possedevano nelle castellanze per andare a risiedere in eleganti dimore nel centro del borgo.
E la finestra gotica della Casa costruita dai Perabò nel centro di Varese ne è un esempio. La finestra gotica di via Albuzzi, il soggetto architettonico più fotografato di Varese, sovrasta l’ingresso del passaggio per la vicina via Griffi. Sul pavimento del cortile della Casa Perabò è disegnato il simbolo della famiglia, tre pere sopra il bue, che con gli Albuzzi e i Griffi era parte della nobiltà varesina.