Una volta, qui, c’era il buio.
Il buio fisico, quello di un ingresso cittadino rappresentato da un edificio fatiscente e abbandonato. E il buio spirituale della solitudine, quella che attanaglia chi si trova in mezzo alla sofferenza ma nonostante ciò deve anche occuparsi di una vita che non può non andare avanti, con le sue mille incombenze pratiche.
Ma ora c’è la luce.
La luce di una palazzina ristrutturata e riportata a un pieno splendore, biglietto da visita finalmente adeguato per una Varese che vuole dimenticare le inerzie del passato. Una luce vera, che ogni notte illuminerà il circondario e sarà ben visibile al passaggio.
E la luce della speranza e della solidarietà, di una città che ha trovato la capacità di unirsi per dare una mano a chi soffre: la luce di un porto sicuro, approdo per famiglie che devono poter rimanere tali, anche nei momenti più difficili.
È stato inaugurato questo pomeriggio il “Faro” di largo Flaiano, una struttura nata per offrire ospitalità ai familiari dei bambini oncologici ricoverati nel vicino ospedale pediatrico Del Ponte ma anche a ricercatori, tirocinanti, specializzandi e associazioni impegnati nella lotta contro la malattia, con l’obiettivo di migliorare cure, qualità di vita e quindi le possibilità di guarigione dei pazienti.
La struttura (tre piani fuori terra oltre a seminterrato e sottotetto), è stata interamente ristrutturata per ottenere complessivamente nove piccoli appartamenti (bilocali e monolocali) oltre a spazi comuni di servizio e per il tempo libero e la socialità.
L’edificio è stato acquistato nel 2021 all’asta dalla Fondazione Giacomo Ascoli per consolidare l’offerta socio sanitaria della città e per meglio conseguire gli scopi della Fondazione a favore dei piccoli pazienti e delle loro famiglie, oltre a sostenere la ricerca scientifica in convenzione con l’Università dell’Insubria.
Costruito a inizio ‘900 come edificio residenziale economico plurifamiliare, l’immobile all’ingresso di Varese per decenni è stato abbandonato fornendo un’immagine di degradata della città.
Il Faro - attivo da settembre - sarà una struttura che non solo accoglie, ma offre consolazione e aiuta al recupero delle forze grazie ad un’architettura terapeutica capace di trasmettere energia e fiducia in chi la abita.
Partecipata e festosa l’inaugurazione, alla presenza di diversi rappresentanti delle istituzioni varesine e regionali, di privati finanziatori e semplici cittadini, conclusasi con il taglio del nastro e il tour del nuovo complesso.
«Questa non è solo una palazzina che migliorerà la vita delle famiglie e dei bambini ricoverati all’ospedale - ha detto Marco Ascoli, anima della Fondazione Giacomo Ascoli promotrice del progetto - Da oggi Varese diventa “un faro” nelle cure oncoematologiche dell’intera Lombardia».
«Dove c’erano bruttura e dolore - ha detto il sindaco di Varese Davide Galimberti riferendosi alla vecchia area di largo Flaiano e alla sofferenza dei bimbi ricoverati - adesso ci sono bellezza e cuore. Quest’opera è il frutto della lungimiranza di chi ha creduto di poter migliorare la vita di chi soffre, ma al contempo ha anche contribuito a cambiare il volto di una zona della città che si sta rigenerando e sta diventando un fiore all’occhiello».
Anche il governatore della Lombardia Attilio Fontana ha sottolineato come «al posto della bruttura cui i varesini erano abituati a trovarsi di fronte uscendo dall’autostrada, ora c’è questa “casa” di solidarietà e speranza. Auguro alla Fondazione Ascoli di poter inaugurare molte altre opere come questa».
La storia simbolo di questo capolavoro varesino di umanità e altruismo è quella raccontata da Elena Parascenzo de L'Arcobaleno di Nicki, chiamata al suo fianco da Marco Ascoli prima del taglio del nastro: «I due appartamenti all’ultimo piano intitolati a mio figlio Nicholas e a Giacomo Ascoli, simboli della lotta di ogni bambino contro la malattia, saranno occupati gratuitamente dai genitori di tutti gli altri Nicholas e Giacomo che lottano per farcela».