Oggi, sabato 17 maggio, dalla Libreria Ubik, in centro Varese, è partito un aereo che ha attraversato lo spazio e il tempo, per atterrare nella Turchia, anzi, nella Istanbul, del 1898.
Flavio Santi, scrittore e traduttore friulano e docente del Dipartimento di Scienze Teoriche e applicate presso l'Università dell'Insubria, sotto la guida del giallista varesino Emiliano Bezzon, questa mattina ha presentato il suo ultimo romanzo L'autunno del Sultano, un noir pubblicato da Solferino, ambientato nella capitale turca in cui il protagonista, Raimondo D'Aronco, da "semplice" architetto si trasforma in investigatore.
«È un romanzo storico - l'ha introdotto Bezzon - Ci sono elementi di esoterismo, un'indagine poliziesca, tanti elementi. E poi, il protagonista è un architetto, un grande architetto del Liberty e, come sappiamo, Varese è la città con il maggior numero di edifici Liberty in Italia».
«Ora, D'Aronco è poco noto, in realtà lui è stato molto famoso. È di origine friulane, questi due motivi mi hanno portato a raccontare e scoprire perché all'epoca D'Aronco fosse così conosciuto. E poi, io sono molto appassionato di architettura, ho fatto tante ricerche, ho letto tanto materiale anche sulla sua vita per renderlo protagonista di un romanzo. Suo padre aveva una piccola impresa edile, quindi cresce respirando l'atmosfera di quel mondo. A 14 anni era un ribelle, quindi suo padre lo manda via per farlo lavorare. In Friuli c'è una grandissima tradizione di architetti, anche questo mi ha portato a riflettere sul legame tra architettura e arte, se ci pensate effettivamente l'architettura è l'unica arte con un aspetto concreto molto sviluppato, perché quando progetti qualcosa deve essere funzionale, con anche attenzione all'aspetto estetico. D'Aronco è un po' un personaggio ponte che opera nella città ponte, Istanbul è un crocevia di tutto, lui assorbe elementi architettonici razionali per poi diffonderli con aspetti più orientaleggianti, o comunque più tipici dell'arte ottomana», è stata la presentazione di Flavio Santi del suo personaggio.
Raimondo D'Aronco, quindi, a Istanbul diventa l'architetto ufficiale del Sultano per intervenire su diversi edifici importanti, come Santa Sofia e l'Ippodromo in Piazza del Popolo, oltre a diverse fontane. Arriva nel 1894 e resta fino alla caduta del Sultano, nel 1910. Ed è proprio durante questi 15 anni che si inserisce la vicenda raccontata da Flavio Santi.
La storia inizia con una scena quasi quotidiana a Istanbul: «Ci sono alcuni personaggi che raccolgono dalle acque rifiuti per riciclarli, recuperare e rivenderli. A un certo punto, uno di loro recupera uno stranissimo cadavere che viene chiamato "Chimera" perché in realtà è fatto di tre corpi diversi cuciti assieme. Inoltre, il Sultano riceve un pacco che contiene una mano mozzata e carbonizzata. Ed è qui che entra in scena l'architetto-investigatore, insieme al suo capocantiere. L'aspetto divertente è che tra loro e con il Sultano dialogano in tre lingue, italiano, friulano e turco», ha proseguito Bezzon, con un accenno al paragone che Santi fa tra architettura e investigazione, entrambe accomunate dalla necessità di avere buone basi. «Esiste anche l'espressione "architettare un delitto", oppure pensiamo a tutte le espressioni architettoniche che, ormai fanno parte del nostro linguaggio quotidiano, come colonna portante, fondamenta».
Tanta architettura, quindi, la storia della città, un po' di horror, un intrigo internazionale, una società segreta: tutti ingredienti che rendono L'autunno del Sultano una lettura per tutti, un romanzo ricco di spunti diversi, che ognuno può approfondire e «addentrarsi nella città, comprendere meglio le vicende politiche internazionali, questa è l'unica città al mondo che sta in due continenti».
Un romanzo, insomma, quello di Flavio Santi che trasporta il lettore in un mondo lontano, in cui immergersi e lasciarsi trasportare da Raimondo D'Aronco e dalla magia di una città dalle mille sfaccettature." Flavio Santi ci porta a Istanbul tra architettura e misteri Oggi, sabato 17 maggio, dalla Libreria Ubik, in centro Varese, è partito un aereo che ha attraversato lo spazio e il tempo, per atterrare nella Turchia, anzi, nella Istanbul, del 1898.
Flavio Santi, scrittore e traduttore friulano e docente del Dipartimento di Scienze Teoriche e applicate presso l'Università dell'Insubria, sotto la guida del giallista varesino Emiliano Bezzon, questa mattina ha presentato il suo ultimo romanzo L'autunno del Sultano, un noir pubblicato da Solferino, ambientato nella capitale turca in cui il protagonista, Raimondo D'Aronco, da "semplice" architetto si trasforma in investigatore.
«È un romanzo storico - l'ha introdotto Bezzon - Ci sono elementi di esoterismo, un'indagine poliziesca, tanti elementi. E poi, il protagonista è un architetto, un grande architetto del Liberty e, come sappiamo, Varese è la città con il maggior numero di edifici Liberty in Italia».
«Ora, D'Aronco è poco noto, in realtà lui è stato molto famoso. È di origine friulane, questi due motivi mi hanno portato a raccontare e scoprire perché all'epoca D'Aronco fosse così conosciuto. E poi, io sono molto appassionato di architettura, ho fatto tante ricerche, ho letto tanto materiale anche sulla sua vita per renderlo protagonista di un romanzo. Suo padre aveva una piccola impresa edile, quindi cresce respirando l'atmosfera di quel mondo. A 14 anni era un ribelle, quindi suo padre lo manda via per farlo lavorare. In Friuli c'è una grandissima tradizione di architetti, anche questo mi ha portato a riflettere sul legame tra architettura e arte, se ci pensate effettivamente l'architettura è l'unica arte con un aspetto concreto molto sviluppato, perché quando progetti qualcosa deve essere funzionale, con anche attenzione all'aspetto estetico. D'Aronco è un po' un personaggio ponte che opera nella città ponte, Istanbul è un crocevia di tutto, lui assorbe elementi architettonici razionali per poi diffonderli con aspetti più orientaleggianti, o comunque più tipici dell'arte ottomana», è stata la presentazione di Flavio Santi del suo personaggio.
Raimondo D'Aronco, quindi, a Istanbul diventa l'architetto ufficiale del Sultano per intervenire su diversi edifici importanti, come Santa Sofia e l'Ippodromo in Piazza del Popolo, oltre a diverse fontane. Arriva nel 1894 e resta fino alla caduta del Sultano, nel 1910. Ed è proprio durante questi 15 anni che si inserisce la vicenda raccontata da Flavio Santi.
La storia inizia con una scena quasi quotidiana a Istanbul: «Ci sono alcuni personaggi che raccolgono dalle acque rifiuti per riciclarli, recuperare e rivenderli. A un certo punto, uno di loro recupera uno stranissimo cadavere che viene chiamato "Chimera" perché in realtà è fatto di tre corpi diversi cuciti assieme. Inoltre, il Sultano riceve un pacco che contiene una mano mozzata e carbonizzata. Ed è qui che entra in scena l'architetto-investigatore, insieme al suo capocantiere. L'aspetto divertente è che tra loro e con il Sultano dialogano in tre lingue, italiano, friulano e turco», ha proseguito Bezzon, con un accenno al paragone che Santi fa tra architettura e investigazione, entrambe accomunate dalla necessità di avere buone basi. «Esiste anche l'espressione "architettare un delitto", oppure pensiamo a tutte le espressioni architettoniche che, ormai fanno parte del nostro linguaggio quotidiano, come colonna portante, fondamenta».
Tanta architettura, quindi, la storia della città, un po' di horror, un intrigo internazionale, una società segreta: tutti ingredienti che rendono L'autunno del Sultano una lettura per tutti, un romanzo ricco di spunti diversi, che ognuno può approfondire e «addentrarsi nella città, comprendere meglio le vicende politiche internazionali, questa è l'unica città al mondo che sta in due continenti».
Un romanzo, insomma, quello di Flavio Santi che trasporta il lettore in un mondo lontano, in cui immergersi e lasciarsi trasportare da Raimondo D'Aronco e dalla magia di una città dalle mille sfaccettature.